Economia

Dal Pnrr alla stabilità politica, Jefferies incorona l'Italia: un modello di successo in Europa

di redazione

Ecco perchè l’Italia si è affermata come una delle economie più performanti dell’Eurozona, registrando una crescita robusta e superando i livelli pre-pandemia

Jefferies incorona l'Europa: un modello di successo in Europa

Negli ultimi anni, l’Italia si è affermata come una delle economie più performanti dell’Eurozona, registrando una crescita robusta e superando i livelli pre-pandemia. È quanto emerge dall'ultimo report prodotto da Jefferies. Con un output reale del 5,5% superiore rispetto al 2019, contro il 4,6% della media dell’Eurozona, il Paese si distingue per capacità di recupero e stabilità politica, offrendo una prospettiva economica promettente.

Una ripresa oltre la media europea

La ripresa del PIL italiano è una testimonianza di resilienza e strategie mirate. Il mercato del lavoro ha raggiunto livelli record, con la disoccupazione ai minimi degli ultimi 15 anni grazie alle riforme introdotte nel 2023. Tuttavia, il Paese deve affrontare sfide come l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione dei giovani, fenomeni che limitano il potenziale di crescita a lungo termine.

Investimenti e riforme strutturali come motori di crescita

Gli investimenti strategici, inclusi gli incentivi fiscali del “superbonus”, hanno dato una spinta significativa all’economia italiana. Si prevede un aumento degli investimenti fissi lordi del 2,1% nel 2024, a fronte di un calo del -2,1% stimato per l’Eurozona. Questi interventi, uniti a un miglioramento del saldo commerciale, hanno rafforzato il tasso di crescita potenziale dell’Italia, stimato intorno all’1% annuo, ben oltre la media dello 0% del decennio precedente.

Il ruolo cruciale dei fondi Next Generation EU

L’Italia è il principale beneficiario del Recovery and Resilience Facility (RRF) dell’Unione Europea, con 194,4 miliardi di euro assegnati, di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Questi fondi hanno permesso riforme essenziali nei settori della giustizia, degli appalti pubblici e dell’energia. Nonostante i progressi significativi, una parte rilevante di questi finanziamenti (38% delle sovvenzioni e 44% dei prestiti) deve ancora essere allocata, garantendo ulteriore supporto alla crescita economica nei prossimi anni.

Un quadro fiscale in miglioramento

La riduzione del debito pubblico è un altro segnale positivo: il rapporto debito/PIL è sceso al 134,8% nel 2023, quasi 20 punti percentuali in meno rispetto al picco del 2020. Il governo prevede di riportare il deficit sotto il limite del 3% stabilito dall’UE entro il 2026, grazie a tagli alla spesa e politiche fiscali rigorose. Questi progressi hanno rafforzato la fiducia degli investitori, con spread BTP-Bund in contrazione e agenzie di rating più ottimiste.

Stabilità politica e attrattività per gli investitori

Dal 2022, la stabilità politica garantita dal governo guidato da Giorgia Meloni ha migliorato l’attrattività del Paese per gli investimenti esteri. Le riforme approvate e il rispetto delle regole fiscali europee hanno consolidato l’immagine dell’Italia come una nazione affidabile e pronta a crescere, soprattutto in un contesto europeo caratterizzato da incertezza politica in Paesi chiave come Francia e Germania.

Uno sguardo ottimista al futuro

Con un governo stabile, una crescita economica in accelerazione e una politica fiscale rigorosa, l’Italia si prepara a mantenere il suo ruolo di leader economico nell’Eurozona. I titoli di stato italiani e il settore finanziario, già al centro dell’interesse degli investitori nel 2024, promettono ulteriori soddisfazioni per il 2025. Inoltre, l’economia italiana, più orientata verso servizi e turismo, potrebbe risentire meno degli effetti di eventuali dazi commerciali rispetto ad altri Paesi europei. Con il Sud Europa pronto a diventare il “punto luminoso” dell’economia europea, l’Italia si conferma protagonista di una storia di successo.

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