Economia

L’Autre Chose chiude i battenti: fallita la società di abbigliamento e calzature femminili di Matteo Arpe

di Andrea Giacobino

Il tribunale di Fermo ha dichiarato il fallimento dell’azienda dopo aver accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate che si opponeva al salvataggio tramite concordato pieno liquidatorio

L’Autre Chose chiude i battenti

Bruttissima fine per L’Autre Chose, società marchigiana nata nel 1959 che produce abbigliamento, accessori e calzature per donna, già in liquidazione, di cui la Sator di Matteo Arpe e il suo fondo detengono il 95% mentre il restante 5% è del direttore creativo Nicolò Beretta, fondatore di Giannico, l'altro marchio di proprietà.

Qualche giorno fa, infatti, Sara Marzialetti giudice delegato del tribunale di Fermo accogliendo il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate che si opponeva al salvataggio tramite concordato pieno liquidatorio, ha dichiarato il fallimento dell’azienda, ha nominato Roberto Nicolai quale professionista convocando i creditori il prossimo 25 ottobre per l’esame dello stato passivo.

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La sentenza di fallimento fa seguito alla liquidazione che era stata chiesta dalla stessa società perché l’amministratore unico Stefano Palmieri ha spiegato ai soci che la drastica decisione è stata presa perché “non è intervenuta la programmata cessione dell’intera azienda in funzionamento, cessione indispensabile per il risanamento della società e che era stata posta alla base del piano di concordato in continuità depositato l’1 giugno 2022”. Il concordato, teso a salvare i 70 posti di lavoro, era stato autorizzato dallo stesso tribunale.

L’ultimo bilancio di L’Autre Chose chiuso a marzo del 2023 evidenziava un patrimonio netto negativo per oltre 14 milioni di euro e 15,2 milioni di debiti a fronte di ricavi per poco più di 2 milioni. Arpe entrò nel capitale più di dieci anni fa (2013) rilevando poi progressivamente le quote della famiglia Boccaccini.