L'economia della Germania rallenta? L'Ue diventa più flessibile... - Affaritaliani.it

Economia

L'economia della Germania rallenta? L'Ue diventa più flessibile...

Fare deficit? In alcuni casi è necessario: apertura degli economisti Ue alle flessibilità dei conti

"Ridurre il debito degli Stati membri non è un dogma assoluto" e "in alcuni casi specifici fare deficit è necessario". E' quanto risulta dal verbale della Commissione europea (organo consultivo della Commissione Ue). In esso vengono riportate le "opinioni espresse da alcuni noti economisti" davanti al presidente Jean-Claude Juncker e agli altri membri dell'esecutivo Ue. Quantomeno questo fatto può venire letto come un segnale in rapporto alla flessibilità chiesta dai partiti progressisti europei e da Paesi membri come l'Italia.

Il vertice si è tenuto a Bruxelles il 25 giugno, ma i contenuti sono emersi in questi giorni. Dopo la presentazione del presidente Niels Thygesen e le osservazioni dei colleghi competenti in materia, c'è stata  "una breve discussione", nel corso della quale la Commissione ha considerato "gli effetti delle opinioni espresse da alcuni noti economisti", secondo le quali "ridurre il debito degli Stati membri non è un dogma assoluto e che in alcuni casi specifici fare deficit è necessario".

I commissari hanno anche discusso di "quale approccio adottare nel caso di un serio rallentamento della crescita, dato che occorre tempo per trasmettere i dati macroeconomici e che le misure da adottare in una simile eventualità richiedono un tempo di risposta che non può essere ridotto". Durante la discussione sul rapporto dello European Fiscal Board, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, dopo aver sottolineato che "gli Stati membri devono continuare a rispettare i requisiti del patto di stabilità e che l'esistenza di una funzione centrale di bilancio renderebbe le cose più facili, oltre ad ammortizzare gli effetti di cadute della crescita negli Stati più vulnerabili", ha rimarcato che "un certo grado di prudenza dovrebbe essere mantenuto nelle raccomandazioni" ai Paesi, "dato l'inevitabile margine di errore nelle previsioni sulle quali sono basate", secondo quanto scrive l'AdnKronos.