Economia

L'ex banchiere Alessandro Profumo non brinda con il vino della sua società: ricavi in calo

di Andrea Giacobino

Nicla, società milanese che Profumo detiene in parti eguali con la moglie, ha come asset principale la proprietà del 90% dell’azienda agricola vitivinicola Mossi

Il vino di Profumo, lievi perdite per la sua società

Il vino continua ad andare di traverso ad Alessandro Profumo, ex manager ed ex banchiere, oltre a costargli caro. Gli interessi economici di Profumo, nato a Genova nel 1957, sono racchiusi nella Nicla srl, società milanese la cui proprietà Profumo detiene in parti eguali con la moglie Sabina Ratti. Nicla è nata nel settembre del 2011 e il suo asset principale è la proprietà del 90% dell’azienda agricola vitivinicola Mossi basata nella località Albareto del comune di Ziano Piacentino e nata nel lontano 1558. La società ha un attivo di 17,3 milioni di euro e ha visto nel 2023 il patrimonio netto salire anno su anno da 1,3 a 6,4 milioni solo perché la stessa Nicla ha rinunciato a 6 milioni di credito (passato appunto a patrimonio) che vantava verso la società.

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La società, che ha contratto due mutui con Banca di Piacenza, lo scorso anno ha segnato ricavi per 744mila euro in leggero calo dai 787mila euro del 2022 e il bilancio si è chiuso con una perdita solo lievemente diminuita anno su anno da 946mila euro a 854mila euro, passivo tutto ripianato attingendo alla riserva straordinaria. Presidente dell’azienda piacentina, una delle più antiche case vinicole della zona con 23 dipendenti, è Marco Profumo, uno dei due figli del manager che detiene il restante 10%. Il consiglio d’amministrazione riceverà un emolumento annuo complessivo di 57mila euro. “Prosit!”