Economia

L’inflazione dell’area euro, la Fed e l’occupazione Usa: i trend dei mercati

La Federal Reserve deve attuare un taglio a partire dal 1° giugno del mega bilancio da 9.000 miliardi di dollari

A rischio l’aggressività delle banche centrali

L'azione delle banche centrali resta molto aggressiva. La Fed a maggio ha aumentato i tassi per la prima volta da 20 anni e ha detto chiaramente che a giugno e luglio procederà a due aumenti del costo del denaro abbastanza aggressivi di mezzo punto percentuale, mentre la Bce inizierà anch'essa a rialzare i tassi a luglio, probabilmente di mezzo punto. Questo inasprimento monetario, che gli investitori hanno iniziato a percepire e a prezzare da marzo-aprile, ha finora condizionato i mercati, ma inizia a mostrare la corda.

"Le banche centrali - commenta Cesarano - stanno già andando sul secondo tempo, stanno pensando oltre, al rallentamento dell'economia e alla stagflazione. Tant'è che i mercati stanno iniziando a limare i rialzi della Fed. Adesso da qui a febbraio dell'anno prossimo stanno pensando non più a 9-10 rialzi dei tassi ma tra i 7 e gli 8. E c'è chi come Bank of America prevede che la Fed possa arrestare i rialzi dei tassi già a settembre". Il presidente della Fed di Altanta, Raphael Bostic, l'ha già detto: facciamo due rialzi di 50 punti base e poi fermiamoci a settembre. Insomma, il vento sta cambiando e per Wall Street, se le strette monetarie dovessero rallentare, l’ambiente dovrebbe diventare più favorevole.

L’inflazione nell’Eurozona

Lunedì escono i dati sull'inflazione di maggio in Spagna e in Germania. L'aspettativa è che in Germania i prezzi al consumo potrebbero crescere dal 7,8% all'8,1%. Il giorno dopo arrivano i dati sull'inflazione in Francia e su quelli dell'Eurozona, che a maggio dovrebbe aumentare dal 7,5% al 7,7% annuale. A differenza che negli Usa, dove l’inflazione sembrerebbe ormai aver raggiunto il picco, sebbene con un andamento a singhiozzo che la mantiene sopra l’8% e cioè su livelli molto alti, l’inflazione in Europa continuerà a salire almeno fino a luglio. Negli Usa e in Europa, insomma, l'andamento dei prezzi non viaggia alla stessa velocità. Lo dimostrano i dati dell'indice Pce, che negli Usa è rallentato, registrando un incremento dello 0,2% su base mensile ad aprile, in netta decelerazione dal +0,9% di marzo. Anche il dato tendenziale è rallentato al +6,3% rispetto al massimo di 40 anni del 6,6% toccato a marzo. 

Mercoledì la Fed inizierà a tagliare il suo mega bilancio da 9.000 miliardi di dollari. Si tratta di una misura preannunciata ma di grande portata. Nel giro di tre mesi, entro settembre, la Fed arriverà a ridurre il bilancio fino a 95 miliardi di dollari al mese, tagliando soprattutto l'acquisto dei Treasury e riducendo drasticamente la liquidità sui mercati. E lo farà con meno reinvestimenti dei titoli in scadenza, in particolare i Treasury e gli Abs (Asset Backed Securities), titoli che hanno come sottostanti i mutui. 

I dati sul mercato del lavoro Usa

Venerdì 3 giugno escono i dati sul mercato del lavoro Usa a maggio. La previsione è di un aumento di 325.000 unità degli occupati: abbastanza ma non tantissimo. Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare dal 3,6% al 3,5% e i salari orari dovrebbero frenare un po', passando da +3,5% a +3,2%, un incremento comunque molto inferiore a quello dell'inflazione.  

 

 

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