Economia

La Cina taglia i dazi sull'auto Usa.Le Borse ritrovano la fiducia.Spread a 289

La Cina ridurra' i dazi sulle auto importate dagli Stati Uniti dal 40 al 15 per cento. Lo ha promesso il vicepremier cinese, Liu He, al segretario statunitense al Tesoro, Steven Mnuchin, e al rappresentante per il Commercio, Robert Lighthizer, durante la loro telefonata di alcune ore fa. Il presidente statunitense, Donald Trump, aveva scritto su Twitter che ci saranno "annunci importanti", visto che il dialogo in corso con la Cina "e' molto produttivo". 

Nel 2017, il 10% dei veicoli importati in Cina e' arrivato dagli Stati Uniti; il loro valore e' stato pari a 9,5 miliardi di dollari. Lighthizer è il rappresentante commerciale statunitense incaricato da Trump di guidare i negoziati, dopo la tregua di 90 giorni raggiunta lo scorso primo dicembre a Buenos Aires.

Il dialogo, quindi, va avanti, nonostante le tensioni per la detenzione, in Canada, di Meng Wanzhou, la direttrice finanziaria di Huawei, arrestata a Vancouver il primo dicembre; la donna e' stata accusata dagli Stati Uniti, che ne hanno chiesto l'estradizione, di aver violato le sanzioni statunitensi contro l'Iran. 

Messo per il momento in secondo piano il caos Brexit, le parole di Trump di stamane e le mosse di Pechino hanno galvanizzato gli investitori che hanno fatto scattare le vendite sui mercati azionari. Seduta positiva infatti per le Borse europee, che hanno chiuso in buon rialzo, anche se sotto i massimi di giornata (Parigi +1,58%, Francoforte +1,55%, Madrid +1,18% e Londra +1,6% circa). Bene anche Piazza Affari (+0,98%). 

Sul fronte italiano, attesa per l'incontro di domani a Bruxelles tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione europea Juncker. Spread poco sopra i livelli della vigilia: ha chiuso in area 289 punti, dai 286 di ieri. Sul Ftse Mib hanno brillato i titoli in qualche modo influenzati dal discorso dazi, come le auto, StMicroelectronics (+3,23%) e Prysmian (+6,15%), la migliore anche grazie alla conferma dei target 2018.

Debole il settore lusso e banche a corrente alternata, con Bper (-2,12%) in coda e Banco Bpm (+2,54%) tonica dopo la vendita del maxi pacchetto di crediti deteriorati. Il petrolio torna a salire (+2,4% il Wti a febbraio e +1,4% il Brent). Sul valutario, l'euro/dollaro scende a 1,132 dollari (1,137 in avvio e 1,136 ieri) mentre l'euro/yen e' a 128,442 e il dollaro/yen a 113,45. In leggero recupero la sterlina, in area 0,90 per un euro. 

A Piazza Affari e' andato bene il comparto auto, a partire da Fca (+2,61%), che ha fatto da traino al resto della galassia Agnelli-Elkann (Cnh Industrial +2,37%, Ferrari +1,99% ed Exor +0,87%), e bene anche Brembo (+1,34%). Buona performance anche per le utility, che seguono l'analogo andamento del settore in Europa (+2% l'indice Euro Stoxx 600 Utilities): A2a e' salita del 2,94%, Snam dell'1,69% ed Enel dell'1,37%, sostenuta anche dal giudizio positivo di Morgan Stanley, che ha alzato l'obiettivo di prezzo da 5,80 a 6,20 euro per azione.

A passo rapido anche Telecom (+2,99%), sulla possibilita' che si tenga una nuova assemblea dopo che Vivendi ha anticipato che scrivera' al Consiglio prima del fine settimana. Fuori dal listino principale, la migliore e' stata Giglio Group (+14,15%, che era entrata in asta di volatilita'), dopo che Alessandro Giglio, amministratore delegato della piattaforma di e-commerce 4.0, ha detto di puntare ad arrivare a 200 marketplace tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 (al momento sono oltre 80 in tutto il mondo), con un occhio di riguardo alla Cina. Male invece Ovs (-9,93%), che aggiorna i minimi storici alla vigilia del consiglio di amministrazione che domani dovra' approvare i risultati di bilancio del terzo trimestre, su cui gli analisti nutrono dubbi, in particolare per quanto riguarda vendite ed Ebitda.