Economia

La crescita italiana arranca, Pil giù dello 0,3%: ecco perché

di Paolo Pizzoli

Il Pil italiano è stato più debole del previsto nel secondo trimestre. Il commento di Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING

Avevamo previsto che il primo trimestre molto positivo difficilmente avrebbe potuto essere replicato nel secondo, ma pensavamo che la tenuta dei servizi potesse riuscire a compensare marginalmente la contrazione dell'industria. A quanto pare, non è stato così. Sul fronte della domanda, sospettiamo che la debolezza degli investimenti privati e delle scorte possa essere alla base della sorpresa negativa, mentre i consumi privati potrebbero essere riusciti a rimanere in territorio positivo grazie a un mercato del lavoro ancora resiliente e a un'inflazione in decelerazione.

Dopo la stima preliminare per il secondo trimestre, l’inerzia statistica per la crescita del PIL dell'intero anno si attesta allo 0,8%. La nostra previsione di base per la crescita media del PIL è attualmente dell'1,2%, ma il dato deludente di oggi aggiunge rischi al ribasso. Tuttavia, riteniamo che una recessione tecnica possa ancora essere evitata nel 3° trimestre del 2012. I dati sulla fiducia delle imprese di luglio sono stati contrastanti, ma con più luci che ombre. All’ulteriore calo della fiducia nel settore manifatturiero si sono contrapposti miglioramenti in tutti gli altri comparti e in misura più netta nei servizi (turismo e trasporti) e nelle costruzioni (opere specializzate). Riteniamo che tale andamento sia ancora compatibile con un ritorno a una modesta crescita positiva nel terzo trimestre.