Economia

La crescita italiana arranca, Pil giù dello 0,3%: ecco perché

di Paolo Pizzoli

Il Pil italiano è stato più debole del previsto nel secondo trimestre. Il commento di Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING

L'indebolimento dell'economia ha forse contribuito a raffreddare l'inflazione a luglio. I dati preliminari sull'inflazione, anch'essi pubblicati oggi, confermano che il percorso disinflazionistico è ancora in atto, sia per le misure headline che per quelle core.

L'inflazione complessiva è scesa al 6% (dal 6,4% di giugno), soprattutto a causa della decelerazione dei servizi di trasporto e dei beni energetici non regolamentati. La decelerazione dell'inflazione di fondo al 5,2% (dal 5,6%) di giugno è di per sé un fattore confortante, aiutato da un calo anche nei servizi, ma non si può dare per scontato un ritmo simile nella seconda metà dell'anno. Infatti, la recente accelerazione delle retribuzioni orarie (al 3,1% a/a in giugno dal 2,4% in maggio) filtrerà attraverso la pipeline dei prezzi, manifestandosi eventualmente nell'inflazione dei servizi nei prossimi mesi. Il dato odierno sull'inflazione è ancora in linea con le nostre attuali proiezioni, che indicano un dato medio del 6,5% per l’inflazione armonizzata nel 2023.

*Senior Economist di ING