Economia

Crisi immobiliare cinese, non c'è tregua: ora il Dragone pensa di ridurre i tassi sui mutui

di Redazione Economia

La Cina sta valutando la possibilità di tagliare i tassi di interesse fino a 5,4 migliaia di miliardi di dollari di mutui

Immobiliare, i cinesi riducono i tassi sui mutui per combattere la crisi

Il settore immobiliare cinese è sull'orlo del precipizio. La crisi del mattone non demorde, anzi si aggrava,  minacciando la stabilità della seconda economia mondiale. Il parallelismo con la bolla dei mutui subprime del 2008 torna a galla come uno spettro: anche allora, tutto iniziò con promesse di crescita infinita, fino a quando il castello di carte non crollò. E ora, con i colossi immobiliari come Evergrande e Country Garden in caduta libera, l'ultima bomba è esplosa con il caso New World Development, che ha annunciato una perdita di 2,6 miliardi di dollari per il 2024.

Ma da dove nasce tutto questo? Come dal quotidiano Avvenire.it, è il prodotto di anni di crescita, supportata da un'euforia urbana incontrollata, investimenti massicci e crediti facili. Era chiaro a molti, fin troppo evidente, che un sistema costruito su pilastri così fragili non poteva reggere. Le aziende, come Evergrande, si sono spinte sempre oltre, accumulando debiti colossali per finanziare megalomani progetti immobiliari, convinte che la corsa all'acquisto non si sarebbe mai fermata. 

Il problema è che non si tratta solo di un settore in crisi: l'immobiliare rappresenta una fetta consistente del Pil cinese. Quando il mattone trema, l’intera economia si scuote. I cantieri rallentano, le aziende di cemento e acciaio soffrono, e il flusso di capitali si blocca. La bolla è scoppiata, o quasi, e il governo cinese corre ai ripari con un piano di rinegoziazione dei mutui senza precedenti, potenzialmente coinvolgendo 5,4 migliaia di miliardi di dollari di mutui. 

Sì, i mutuatari esistenti potrebbero tirare un sospiro di sollievo, ma il vero problema resta: la domanda di nuove case è crollata. Chi, oggi, investirebbe in un mercato così instabile. Ad agosto, secondo la China Index Academy, il prezzo delle case esistenti è crollato dello 0,71% rispetto al mese precedente, e su base annua, la discesa è stata ancora più marcata, con un calo del 6,89%. Numeri che riflettono non solo una crisi ciclica, ma una crisi sistemica.

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L'ombra del 2008 incombe. Anche allora, i segnali c'erano, ma furono ignorati fino a quando non fu troppo tardi. Oggi, la Cina rischia di seguire lo stesso tragico percorso, con una crisi che, se non gestita, potrebbe avere conseguenze globali devastanti. Il “bazooka” del governo cinese sarà sufficiente per contenere il danno? Difficile dirlo.