Economia

La Lagarde spacca il board della Bce: "Sta sbagliando i conti"

di Marco Scotti

La numero uno della Banca Centrale Europea non ne azzecca una neanche per sbaglio. E si attira le ire di parte dei suoi colleghi

Il board della Bce contro la Lagarde: "Sta sbagliando i conti"

Madame Lagarde ne combina un'altra delle sue. Più che una donna, una calamità naturale. La numero uno della Banca centrale europea - quella che riuscì a dire che la fiammata dell'inflazione post-Covid era un fenomeno passeggero - si sta attirando le antipatie di mezzo esecutivo della Bce. Secondo quanto emerge dai verbali pubblicati ieri, ad esempio, si è scoperto che l'ultimo incremento dei tassi (da 4,25 a 4,5%) non avrebbe avuto consenso unanime e qualcuno avrebbe iniziato a mettere pesantemente in dubbio l'ex "zerbino" di Sarkozy, tanto da dichiarare, senza mezzi termini, che "sta sbagliando i conti". La Lagarde, d'altronde, non è certo un esempio di sapiente lungimiranza economica.

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Da capo del Fmi decise di strozzare la Grecia, insieme a tutta la troika, nel 2011 in quello che rimane il più raccapricciante esempio di macelleria sociale, con i nipotini di Socrate costretti a svendersi le mutande, a tagliare le pensioni, a regalare il Pireo ai cinesi e via dicendo. Una volta arrivata a sostituire Mario Draghi a Francoforte, riuscì nell'impresa di far realizzare il record negativo alla Borsa di Milano. Bastò una frase, "non siamo qui per ridurre gli spread", per portare - il 14 marzo 2020, in piena pandemia - a un crollo di quasi il 18% del listino milanese. Che sagacia e che strategia.

E ancora: ha prima lasciato salire l'inflazione, mentre tutti provavano a gridare che bisognava intervenire. Poi, accortasi - parbleu - che qualcosa non andava, ha inanellato un incremento dopo l'altro arrivando al record storico che potrebbe già essere frantumato nella prossima riunione. E pazienza se alzare i tassi in maniera indiscriminata significa piegare famiglie che hanno scelto mutui a interessi variabili o costringere le imprese a ridurre i finanziamenti esigibili (e quindi addio investimenti). Madame Lagarde ha un obiettivo in testa: riportare l'inflazione al 2% nel più breve tempo possibile. La domanda però è semplice: se l'attuale crisi in Medio Oriente dovesse durare, portando a un aumento dei prezzi del petrolio e a un nuovo caro energia, quale arma ha in mente l'astuta francese che scrisse a Sarkozy "usami come vuoi" per evitare una nuova spirale recessiva o, peggio ancora, stagflattiva?

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Ha ricordato a Giorgia Meloni che l'Italia ha lo spread che si merita e che bisogna fare i compiti a casa. Non le si può dare torto, ci mancherebbe: il governo deve accelerare sulla gestione del Pnrr, mettere a punto una Manovra a prova di bomba e fare i conti con un contesto economico che si è ulteriormente deteriorato. Ma il sospetto che la Lagarde non abbia l'Italia tra i suoi Paesi preferiti - probabilmente le avranno fatto pagare 5 euro una bottiglietta d'acqua e lei non avrà apprezzato - si fa ogni volta più concreto. Una sola certezza ci consola: la sua dichiarazione che, una volta terminata la sua avventura a Francoforte (che si concluderà nel 2027, c'è ancora margine per qualche disastro), si ritirerà a vita privata. Fino ad allora, come suole dirsi, estote parati.