Economia
La manina di Montezemolo su Confindustria
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Le solite trame confindustriali. Verrebbe un po' quasi da dire che gli attori che si muovono carsicamente in Viale dell'Astronomia sono sempre gli stessi. Secondo le indiscrezioni dei bene informati, in vista della prossima tornata elettorale dell'associazione dell'Aquilotto, spunterebbe per la corsa alla successione di Mr Mapei la manina dell'ex presidente Luca Cordero di Montezemolo. Con tre obiettivi. Il primo: la riconquista, dopo averci tentato nel precedente quadriennio appoggiando strenuamente Alberto Bombassei nella volta finale contro Giorgio Squinzi, della guida della Confindustria. Come? Attraverso la nomina della fidata Antonella Mansi. Il secondo obiettivo: un progetto mediatico che, oltre a Viale dell'Astronomia, mira a piazzare la bandierina anche sul Sole 24 Ore, il quotidiano dell'associazione, indirizzando al vertice del Cda del gruppo l'amico banchiere Andrea Moltrasio, suo ex vice-presidente quando al grido di "concertazione" guidava gli industriali italiani e favorendo il fidato Luigi Abete nell'acquisizione dell'agenzia Radiocor. Il terzo: un disegno politico costruito ad arte per arrivare alla leadership del centrodestra, rilanciando un'"Italia Futura 2.0" e candidandosi poi al premierato contando sull'appoggio del nascente movimento "Noi Italiani" del fraterno amico Diego Della Valle. Una macchina da guerra, da azionare al momento più opportuno di fronte ai primi inciampi di Matteo Renzi (pare che il premier abbia già subodorato il tutto).
Una chimera di Montezemolo o legittime aspirazioni? I rumors riportano così che ultimamente Montezemolo si stia muovendo non poco nei meandri confindustriali. Non ultimo un pranzo con il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, un incontro a cui hanno partecipato anche il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla, l'ex presidente di Confindustria Emilia Romagna Anna Maria Artoni, il banchiere di Ubi Andrea Moltrasio, il deputato di Scelta Civica Alberto Bombassei, l'imprenditore bolognese Gianluca Vacchi e l'ex presidente di Confindustria Verona Andrea Bolla. Insomma, il fronte degli ex bombasseiani quasi al completo. Il motivo dell'incontro? Essendo pochi i voti che i partecipanti potrebbero muovere all'interno del Consiglio Generale di Confindustria chiamato il 31 marzo a designare il neo-presidente, l'engagement di Rocca e le aderenze che il numero uno di Assolombarda potrebbe portare in dote servirebbero a Montezemolo per coagulare un fronte compatto di preferenze per la Mansi. Imprenditrice chimica toscana che avendo capito che in Viale dell'Astronomia si viene candidati e non ci si (auto)candida, ha precisato ultimamente di non esserlo affatto. Questione di forma, si dirà. Ma in Confindustria anche di sostanza e il nordestino Alberto Baban, che ha appena ricevuto una sonora batosta nelle elezioni di midterm della Piccola con 13 schede nulle (quasi la metà) solo per essersi fatto avanti per il dopo-Squinzi, ne sa qualcosa.
Ma Montezemolo gliela fa o nun gliela fa? I bene informati sottolineano come il suo sia un disegno chimerico. La Mansi infatti è una chimica che succederebbe a un altro chimico (Squinzi). In quanto appartenente a Federchimica, per la fuga in avanti di qualche settimana fa di questa associazione sui rinnovi contrattuali, l'ex Fondazione Mps non godrebbe poi dei voti del grande schieramento di imprese metalmeccaniche e della sua stessa Toscana. Infine Rocca, che mai acconsentirebbe a fare da autista a LCdM, non controllerebbe neanche tutti i voti dei consiglieri generali di Confindustria appartenenti ad Assolombarda (fra i tanti, avrebbe contro il calibro Expo da 90 come quello di Diana Bracco, nonché le grandi aziende del settore chimico-farmaceutico di Via Pantano) per la designazione del presidente.