La Rai taglia i compensi delle star. Via libera al Cda di giovedì
di Monica Setta
Sembrava ormai che la soluzione "all'italiana" fosse stata trovata. Come si dice? Fatta la legge, trovato l'inganno. Così, ad aggirare il vituperato tetto di 240 mila euro applicabile - anche in forma retroattiva - dal 1 aprile scorso agli emolumenti delle star della Rai, sarebbe stato un cavillo, scovato (pare) dall'ottimo Bruno Vespa che è diventata la base di un parere legale dell'Avvocatura dello Stato richiesto dalla Presidenza del Consiglio per salvare i ricchissimi stipendi di stelle del calibro dello stesso Vespa, di Carlo Conti, Antonella Clerici, Fabio Fazio, Amadeus, Milly Carlucci, Massimo Giletti e tanti altri legati a viale Mazzini da un sontuoso rapporto di esclusiva con le reti di appartenenza.
Ma quel parere favorevole che avrebbe potuto aggirare il tetto dei compensi (già applicato ai giornalisti ed ai dirigenti della tv di Stato) come Affaritalini.it è in grado di anticipare, non é mai arrivato - almeno ad oggi- alla Rai. Doveva essere "girato" dal ministero dell'Economia (che della Rai e l'azionista di controllo) alla tv pubblica che dovrà affrontare la questione nel caldissimo consiglio di amministrazione fissato per il 13 aprile in cui verrà esaminato anche il bilancio.
Complici le ferie del capo del personale Galletti (che ha preso un permesso subito dopo aver ascoltato la memoria difensiva del capo struttura Raffaella Santilli, la responsabile Rai della trasmissione di Paola Perego "Parliamone sabato" chiusa dopo un discutibile servizio sulle virtù delle donne dell'Est giudicato "sessista" dalla BBC), al settimo piano del palazzo non si riesce ancora a sapere che fine faranno i compensi delle star.
Le prime e indiscrezioni a proposito di uno stop alla causola di salvaguardia dei ricchi compensi sono filtrate 48 ore fa, ma il giorno della verità resta proprio il 13 aprile quando il cda tornerà ad affrontare la questione. La verità, spiegano fonti vicine al consiglio di amministrazione, è che se non arriverà in tempo quel parere, il rischio di dover pagare il cosiddetto " danno erariale" in caso di non applicazione della legge che abbassa il tetto a quota 240mila, spingerà il vertice Rai a correre il rischio di perdere le star. Non solo, se quel parere non verrà trasmesso in tempo per il Cda del 13, scatterà la retroattività del meccanismo così che molte stelle saranno costrette a restituire i soldi in più percepiti da gennaio ad oggi. Ma i temi sul tavolo del board del 13 sono tanti, vanno dalle nomine al bilancio fino ai compensi passando per il caso- Perego. Andiamo dunque con ordine per esaminare l'intera matassa Rai da sbrogliare.
Il cavillo salva compensi
Nel merito l'orientamento sarebbe quello di considerare le prestazioni artistiche in maniera distinta in quanto "non gravanti sul canone" essendo coperte dalla raccolta pubblicitaria. Inoltre, secondo il parere dell'Avvocatura dello Stato, i compensi vanno valutati considerando la necessità di "garantire alla Rai la parità concorrenziale". Tutto risolto? Mica tanto, perché i membri del Cda non sono disposti a prendersi la patata bollente e rischiare una condanna da parte della Corte dei Conti per danno erariale. "La norma, giusta o sbagliata che sia, dice una cosa chiara e non possiamo essere noi a ribaltarla", spiegano alcuni consiglieri di maggioranza. "Serve come minimo un documento scritto con cui l'azionista si assume una responsabilità chiara e incontrovertibile. Se questo non avverrà il tetto resterà in vigore". "La strada più corretta - spiega Arturo Diaconale, consigliere di minoranza molto ascoltato - sarebbe un decreto legge che modifichi la norma". Un tema posto dalla politica deve essere risolto dalla politica. Il giorno in cui il Cda dovesse liberare il direttore generale dal vincolo del tetto, saremmo bombardati da esposti che scaricherebbero su di noi il danno erariale. Chi vuole seguire la linea Fazio, si faccia la propria casa di produzione e stia sul mercato".
(Segue...)