Economia

Le banche italiane? Sempre più negozi finanziari. Addio rischi da prestiti

Nel 2020 il sorpasso dei ricavi commissionali su quelli legati ai prestiti alle famiglie e alle imprese. L'analisi Fabi dei bilanci dei principali istituti

Una strategia, quella delle banche, legata, seppur non esplicitamente, anche dall'inasprimento delle regole imposte sia dall’Autorità bancaria europea sia dalla Banca centrale europea: nel corso degli ultimi anni è diventata più severa la gestione delle sofferenze e, in generale, dei crediti deteriorati; allo stesso tempo, alle banche europee vengono chiesti maggiori accantonamenti e coperture proprio per mitigare il rischio di credito.

A partire dal 2017, il tasso di copertura del credito è stabile sopra quota 50%, contemporaneamente l'incidenza lorda del totale delle sofferenze e dei crediti deteriorati è scesa sotto il 50% per arrivare sotto quota 20% nel 2020. Non a caso, le rettifiche di valore e gli accantonamenti, in linea con la rigidità normativa europea, sono passate da 14,4 miliardi del 2019 a 22,6 miliardi nel 2020, in netto aumento.

A riprova che il credito risulta sempre meno appetibile per le banche, è sufficiente scorrere le serie storiche: nel 2018, rispetto al 2017, il totale degli impieghi alla clientela è sceso di 27,6 miliardi, mentre nel 2019, rispetto al 2018, è diminuito d i 40,7 miliardi. Frattanto, sempre nell'ottica della pulizia dei bilanci, è proseguita la cessione di non performing loan: nel corso del 2020, le banche italiane hanno ceduto 33 miliardi di Npl, un valore assai più alto rispetto a quanto preventivato.

Nell'arco di soli 12 mesi, le banche hanno smaltito circa il 20% dell'ammontare totale delle sofferenze iscritte a bilancio alla fine del 2019; il risultato è più alto della media registrata nel triennio 2017-2019, pari a circa il 17%. La dinamica è stata favorita da una agevolazione fiscale contenuta in una norma del decreto "cura Italia", approvato durante la pandemia da Covid, che ha consentito alle banche di convertire le imposte anticipate (dta: deffered tax asset) in crediti d'imposta, in occasione di cessione di crediti deteriorati.