Economia

Le manovre di Cina e Usa non scongiurano il rischio di una recessione globale

di Andrea Muratore

La Federal Reserve abbassa i tassi e la People’s Bank of China lancia un piano di aiuto alle imprese in crisi. Washington e Pechino si armano per nuove guerre economiche. Ma i mercati restano tiepidi

Le manovre di Cina e Usa non scongiurano il rischio di una recessione globale

Cina e Stati Uniti vogliono anticipare il rischio di una recessione globale con politiche anticicliche, ma ciononostante il mondo è ben al di là dal vedere i rischi di un raffreddamento economico  generalizzato svanire. I mercati finanziari non stanno prendendo pienamente al balzo la palla della duplice mossa di Federal Reserve e People’s Bank of China, che hanno rispettivamente abbassato i tassi e lanciato un piano di aiuto a imprese in crisi e banche sul fronte della capitalizzazione come volano di un più generalizzato rilancio.

Le performance dei settori dei servizi e della produzione continuano a divergere

Standard & Poor’s Global ha commentato che “le performance dei settori dei servizi e della produzione continuano a divergere” nel condizionare la crescita globale. Ciò, notano gli analisti di S&P, “è accaduto nella maggior parte delle economie nonostante i diversi sviluppi macroeconomici. La spesa per i servizi ha alimentato le economie negli ultimi anni, poiché la spesa manifatturiera più sensibile ai tassi di interesse ha rallentato. Mentre la spesa per i servizi ha guidato la crescita recente, non è tornata alle tendenze pre-pandemia al di fuori degli Stati Uniti. La spesa per beni, che è aumentata all'inizio del 2020 con la chiusura delle economie, continua a superare le tendenze pre-pandemia” ma è condizionata da chiusure dei commerci, sanzioni, guerre tariffarie. Di cui, paradossalmente, Usa e Cina sono le principali artefici.

I problemi paralleli di Cina e Usa

Washington ha tagliato i tassi e il direttore della Fed Jerome Powell ha annunciato ulteriori misure, ricordando che il rallentamento della crescita occupazionale è un problema per gli Usa. La Cina, invece, deve risolvere la crisi della bolla immobiliare e del blocco delle start-up innovative. Due problemi che, di fondo, hanno a che vedere con le politiche macroeconomiche promosse da Usa e Cina per rispondere alla sfida reciproca. Gli Usa vogliono creare posti di lavoro interni e industrializzazione spingendo industria green e settori ad essa legati ove la Cina ha una dominanza, dall’auto elettrica alle batterie passando per reti e altri asset; Pechino, invece, subisce l’assalto delle sanzioni Usa al suo settore tecnologico.  In un mercato globale interdipendente, la geopolitica condiziona molto le prospettive di crescita complessive.

Cina e Usa si armano per nuove guerre economiche

Arriviamo dunque alla situazione paradossale che la fine di un ciclo restrittivo durato oltre due anni nell’economia internazionale non coincide con una spinta generalizzata alla ripresa degli investimenti e della crescita internazionale, ma bensì al tentativo di Cina e Usa di “armarsi” per nuove “guerre economiche”. E il sentimento generale degli investitori e degli operatori di mercato appare minato da diverse sfide sistemiche.

Pinosa (Go-Spa Consulting): "Le cause dei disequilibri strutturali non sono state affrontate”

Gabriele Pinosa, esperto di geopolitica ed economia e titolare di Go-Spa Consulting, ha commentato che, nonostante tanti Paesi avranno segni positivi della crescita a fine 2024, l’ombra della crisi non è ancora sfumata, perché molti Paesi hanno situazioni contingenti: “il motore della domanda cinese – dopo lo scoppio della bolla immobiliare – si è inceppato; l’Eurozona viene progressivamente contagiata dalla 'malattia economica' tedesca e negli USA il ciclo economico di crescita, gonfiato dalla politica fiscale iper-espansiva post Covid, è agli sgoccioli. Volendo proseguire, in India vi sono i primi segnali di scoppio di una bolla finanziaria e la Russia cresce grazie all’economia di guerra. In sintesi, le conseguenze degli eccessi pre-pandemici sono state semplicemente sterilizzate con forti dosi keynesiane di stimolo fiscale, ma le cause dei disequilibri strutturali non sono state affrontate”.

E l’elefante nella stanza della rivalità sino-americana continua a condizionare ogni realtà profonda e ogni prospettiva di sviluppo. Vera e propria spada di Damocle sull’economia-mondo in cui tutti viviamo.