Economia
Le Monde contro Giorgia Meloni: "Cambia le regole, investitori in fuga"
Il quotidiano francese censura la politica economica del governo sia in materia di conti pubblici, sia per le leggi sulle banche e sulla corporate governance
Le Monde contro la Meloni: "La sua politica preoccupa gli investitori"
C’è un articolo che questa mattina alcuni manager di Milano hanno letto, commentato e poi conservato con piacere. Si tratta di un pezzo uscito su Le Monde dal titolo emblematico: “La politica di Giorgia Meloni preoccupa gli investitori”. Si tratta del secondo attacco nel giro di un mese che la stampa estera dedica alla premier dopo quello del Financial Times. Allora si era detto che “i poteri forti” stavano provando a ribaltare la premier usando l’arma dello spread e dei mercati sempre più nervosi. Tant’è che lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti si era affrettato a dire che temeva più il giudizio degli investitori che quello dell’Europa.
Ora però la questione è un po’ diversa. Sotto la lente d’ingrandimento di Le Monde infatti sono finiti i mali “storici” dell’Itali, in primis il debito pubblico. Si parte da alcune ovvietà, cioè che il nostro è il secondo fardello più pesante d’Europa dopo quello greco (in rapporto al pil) o dopo quello tedesco (se si guarda il valore assoluto). Ma da Parigi arrivano anche alcune bordate. “Non è ancora una crisi, ma la luna di miele è ormai finita. Negli ultimi due mesi, la sfiducia dei mercati finanziari nei confronti del governo di Giorgia Meloni è tornata silenziosa” si legge infatti su Le Monde, che poi ricorda come i rendimenti dei btp hanno raggiunto il 5% a inizio mese. C’è poi una seconda bordata, all’indomani della presentazione della Legge di Bilancio. Le Monde, infatti, censura la scelta del governo di alzare il deficit anche per il 2024 oltre la soglia del 3%, seppur (fanno notare malignamente) un decimo di punto in meno che in Francia.
Poi però Le Monde si concentra su quello che è il vero obiettivo dei top manager milanesi, quei big della finanza in grisaglia che hanno forse guardato con simpatia, inizialmente, all’avvento di Giorgia Meloni ma che ora iniziano a guatarla con sospetto. Perché? Il primo intoppo – si legge nell’articolo - è arrivato ad agosto, quando il governo italiano ha improvvisamente annunciato una tassa una tantum del 40% sui 'profitti in eccesso' delle banche, cogliendo di sorpresa gli osservatori, cogliendo di sorpresa gli osservatori. Le banche italiane sono immediatamente crollate in borsa e il governo ha dovuto rapidamente fare marcia indietro, riducendo alla fine la tassa aggiuntiva della metà rispetto all'annuncio iniziale.
L’assunto di Le Monde è che la premier e il suo governo abbiano abbandonato la prudenza iniziale per lanciarsi in una spesa più elevata (si veda il deficit) e nel tentativo di prendere provvedimenti impopolari per la finanza ma di impatto sull’opinione pubblica. Infine, l’ultimo assalto: “una nuova legge sulla corporate governance, che mette a nudo le meschinità che talvolta esistono nel capitalismo italiano” si legge su Le Monde. Questa legge molto tecnica, che dovrebbe contrastare la concorrenza delle borse estere, è stata deviata dal suo obiettivo iniziale quest'estate quando è passata al Senato. Sono stati presentati alcuni emendamenti che rafforzano il potere degli azionisti di minoranza.
“La stampa italiana vi ha visto – si legge ancora su Le Monde - echi dell'epica battaglia tra la banca Mediobanca e l'assicuratore Generali da un lato, e due dei suoi principali azionisti dall'altro, Francesco Caltagirone e i successori del miliardario Leonardo Del Vecchio, morto nel 2022. I gruppi di pressione sono chiaramente intervenuti, e questo non è un buon segnale sul modo in cui vengono fatte le leggi italiane", lamenta Luca Enriques, specialista in questioni di governance all'Università di Oxford. Dopo un lungo braccio di ferro, martedì 10 ottobre la maggior parte di questi emendamenti è stata ritirata”. La domanda è: perché un giornale come Le Monde entra così a gamba tesa nelle vicende del governo e di un Paese sovrano? La certezza è che le mosse dell’esecutivo vengono vagliate con molta attenzione. E l’impressione è che si andrà avanti così ancora a lungo.