Economia

Leonardo a un passo dalla joint venture con Rheinmetall, il titolo sale in Borsa. Ecco come cambia il futuro della Difesa in Italia

di Redazione

Leonardo pronto a chiudere l'accordo con la tedesca Rheinmetall. Il titolo sale a Piazza Affari

Leonardo-Rheinmetall, a un passo dalla finalizzazione della joint venture

Occhi puntati su Leonardo che a Piazza Affari sale e guadagna l'1,47%: domani, 15 ottobre, l'ad Roberto Cingolani terrà una conferenza stampa con i media esteri per annunciare la finalizzazione della joint venture con la tedesca Rheinmetall per lo sviluppo di sistemi d'arma terrestri. L'annuncio è arrivato a margine dell'inaugurazione dello Iac 2024 a Milano, dove si è parlato anche dell'aggiornamento del piano industriale di Leonardo previsto per il 2025. "Di solito si riprende dalla pausa natalizia e nel primo trimestre in genere si fa l'aggiornamento, quando c'è da aggiornare. Noi quest'anno aggiorniamo diverse cose che avevamo promesso a marzo", ha detto Cingolani. Sulla divisione space, ha aggiunto, "stiamo lavorando con un gruppo di advisor e tecnici. A metà dicembre il piano da un punto di vista tecnico è pronto ovviamente dal punto di vista finanziario bisogna lavorare un po'. Lo condivideremo a inizio gennaio con tutti gli investitori, quando presenteremo aggiornamento del nostro piano industriale. Stiamo andando con i tempi giusti", ha chiosato.

Roberto Cingolani anticipa una svolta imminente. Ma cosa significa, in concreto, questo accordo tra Leonardo e la tedesca Rheinmetall? Siamo davvero di fronte a una partnership strategica? Roberto Cingolani, oggi al timone di Leonardo, ha alimentato la suspense con una dichiarazione che ha scatenato le speculazioni: “Domani vedrete. Sì”. Poche parole, ma chiare: l’accordo con Rheinmetall è imminente. Per capire la portata di questa alleanza, però, bisogna andare oltre i titoli e guardare in profondità alla posta in gioco.

L’accordo: cosa c’è in gioco?

L’Italia è un Paese che ha sempre rivendicato la propria posizione autonoma, spesso anche all’interno della NATO, spingendo per difendere i propri interessi strategici, come in ambito aerospaziale. Ecco perché l’accordo tra Leonardo, campione della difesa tricolore, e Rheinmetall, gigante tedesco nel settore armamenti e tecnologia militare, non può passare inosservato. È una mossa strategica che ha implicazioni profonde sia per le due aziende, sia per le dinamiche politiche e commerciali europee e internazionali.

Leonardo porta in dote un know-how avanzato, specialmente nelle tecnologie aerospaziali e di cyber-sicurezza, oltre a una presenza consolidata sui mercati di Stati Uniti, Europa, e Medio Oriente. Rheinmetall, dal canto suo, possiede una profonda esperienza nella produzione di veicoli militari e di armamenti pesanti, settori in cui l’Italia è sempre stata un po' "timida". L’unione delle due aziende appare quindi come la sintesi perfetta tra due identità industriali complementari, pronte a unire forze e competenze in nome della sicurezza europea.

I vantaggi concreti per Leonardo e Rheinmetall

Uno degli obiettivi dichiarati dell’operazione è quello di creare sistemi integrati di difesa, unendo tecnologia, innovazione e capacità industriali in grado di rispondere alle nuove minacce globali. Il primo vantaggio, per Leonardo, è evidente: ampliare l’accesso ai mercati esteri, sfruttando la rete di alleanze di Rheinmetall, particolarmente radicata nei Paesi del Nord Europa e nel contesto NATO. Di contro, Rheinmetall beneficerebbe del supporto di Leonardo per aumentare la sua influenza nei settori tecnologici a maggior crescita, dalla cyber-sicurezza alla difesa aerospaziale, integrando componenti strategiche che finora le mancavano.

Una nuova piattaforma europea di difesa?

A livello politico, il messaggio è altrettanto chiaro: l’Europa sta cercando un modo per emergere come player autonomo nel panorama della difesa mondiale. L’accordo punta, in sostanza, a creare una piattaforma di difesa integrata che sia meno dipendente dagli Stati Uniti. In un contesto in cui i governi europei stanno aumentando gli investimenti nella difesa nazionale, accelerando i programmi comuni di sviluppo tecnologico militare, Leonardo e Rheinmetall potrebbero diventare il modello di una cooperazione industriale orientata all’autosufficienza continentale.

Per l’Italia, significa affermare la propria centralità nel processo di integrazione della difesa europea. Non è solo un simbolo di patriottismo economico, ma una vera e propria necessità in un’epoca in cui il vecchio continente è costretto a rivedere le sue priorità, sia di politica estera che industriale.

Le conseguenze per l’industria e il mercato italiano

C’è chi teme, tuttavia, che questa alleanza possa diluire il controllo di Leonardo e, in un certo senso, compromettere la sua “italianità”. Non sarebbe la prima volta che un’azienda strategica nazionale diventi "preda" dei colossi esteri: dalla moda alla tecnologia, l’Italia ha già perso molte eccellenze a favore di gruppi stranieri. Ma Roberto Cingolani, fisico e uomo pragmatico, sembra avere ben chiara la necessità di garantire l'autonomia decisionale e strategica di Leonardo. Ecco perché l’accordo prevede, almeno sulla carta, che la governance rimanga equamente distribuita e che l’identità delle due aziende non venga compromessa.

Dal punto di vista delle forniture, ci si aspetta un aumento della capacità produttiva su tutto il territorio italiano, che potrebbe portare vantaggi in termini occupazionali e stimolare l’indotto. Per alcune città italiane, tradizionalmente sedi di stabilimenti Leonardo, questa partnership potrebbe rappresentare una nuova fase di rilancio industriale, assicurando continuità a realtà economiche che rischiavano di restare marginalizzate.

Le sfide tecnologiche e l’ambiente geopolitico

Ma l’accordo Rheinmetall-Leonardo, sebbene promettente, non è immune da sfide. Le tecnologie della difesa sono in costante evoluzione, tra droni, intelligenza artificiale, sistemi d’arma automatizzati e nuovi metodi di cyber-attacco. L’obiettivo di fondo è realizzare sistemi più avanzati e integrati che possano fungere da deterrente contro le minacce emergenti. Per farlo, Leonardo e Rheinmetall dovranno investire in innovazione e sviluppo, senza trascurare le difficoltà legate alla ricerca di personale specializzato. In un Paese come l’Italia, dove il capitale umano nel settore high-tech è sempre più esiguo, mantenere il passo con le richieste internazionali sarà un’impresa titanica.

Inoltre, non bisogna dimenticare che l’industria della difesa non è immune alle fluttuazioni geopolitiche. Le tensioni tra Europa e Russia, il ruolo sempre più assertivo della Cina e le incertezze sulle future elezioni americane rendono l’intero settore un campo minato. Rheinmetall e Leonardo dovranno trovare un equilibrio per non inimicarsi né il blocco occidentale né potenziali partner orientali. Non è un caso che in questa fase storica, segnata da crescenti tensioni globali, una partnership strategica come questa possa suscitare non solo interesse, ma anche qualche apprensione.

Il peso della governance e la posta in gioco

Sul piano della governance, i vertici aziendali stanno cercando di rassicurare: ogni decisione importante sarà presa in comune, e l’identità nazionale delle due aziende sarà salvaguardata. Ma siamo sicuri che questa sia davvero una garanzia sufficiente? Il mercato ha già mostrato una certa apprensione, tra dubbi e domande sulla reale autonomia di Leonardo.

In un’epoca in cui il controllo delle informazioni e la sicurezza informatica sono fondamentali, mantenere un forte presidio decisionale e culturale all’interno della governance di Leonardo appare cruciale per evitare derive che potrebbero minare la sicurezza nazionale. Gli investitori vogliono chiarezza, e le parole di Cingolani devono essere seguite da fatti concreti che rassicurino il mercato.

Verso un nuovo modello di partnership?

Questo accordo, se finalizzato, potrebbe rappresentare un banco di prova per un modello di partnership che va oltre i confini nazionali, senza sacrificare le singole identità aziendali. L’ambizione, dopotutto, è quella di creare una vera piattaforma europea in grado di competere con i giganti americani della difesa. Riusciranno Leonardo e Rheinmetall a mettere in pratica questo sogno? La risposta arriverà solo con il tempo. Intanto, Cingolani ha già lanciato il guanto di sfida.

 

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