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Economia
Lovaglio, da Unicredit a Siena: chi è l'uomo che ha rilanciato il decotto Mps
Luigi Lovaglio

Chi è Luigi Lovaglio, il top manager che ha rilanciato il decotto Mps

Chi è Luigi Lovaglio, l’uomo capace di rilanciare una banca decotta come Monte dei Paschi? Il manager che è riuscito a invertire la rotta, beneficiando di condizioni particolari come tassi alle stelle e redditività elevata. Ma è anche colui che ha fatto meglio di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rei di aver avallato l’acquisto di Antonveneta a prezzi folli. E del duo Fabrizio Viola-Alessandro Profumo.

Dall'assunzione della carica di amministratore delegato di Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio ha trascorso poco tempo a Siena e in Toscana, eccetto per gli obblighi professionali. Ciò non è dovuto a un disinteresse per la città e la regione, ma piuttosto al fatto che la storia e l'identità senese hanno permeato così profondamente la banca da sfumare i confini tra vita lavorativa e privata. Questa totale identificazione ha influenzato positivamente la storia della banca, ma ha anche presentato sfide significative per Lovaglio, specialmente quando si è trattato di prendere decisioni difficili per il risanamento della banca.

Monte dei Paschi non è solo la principale istituzione finanziaria della città, ma è la città stessa, senza soluzione di continuità. Questa stretta associazione, che un tempo richiedeva persino la residenza senese per dirigere la banca, ha reso il compito di Lovaglio ancor più delicato. Nonostante l'antica affiliazione politica della banca alla sinistra, attualmente il suo percorso sembra orientato verso l'area di influenza della Lega.

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Con il Monte in equilibrio e in fase di generare profitti, ci sono segnali di un desiderio di rinnovare le relazioni con la città e la rete di clientele. Monte Paschi non è più considerato un peso insopportabile, e anche se alcuni appetiti sono stati temporaneamente sospesi, c'è l'idea che, dopo i sacrifici compiuti, sia giunto il momento di restituire qualcosa al territorio.

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), sotto la guida del Ministro Giancarlo Giorgetti, ha messo in vendita il 20% delle azioni di MPS. Un consorzio composto da Credit Suisse (ora Ubs Europe), Bofa e Jefferies ha gestito l'operazione, che ha incontrato un notevole successo sul mercato. Le richieste di acquisto hanno superato di cinque volte l'offerta iniziale, portando il MEF a incrementare la quota in vendita al 25%, ottenendo nel contempo un vantaggio sul prezzo.

Lo sconto massimo previsto del 6% si è fermato al 4,92%. Questo rapido e positivo sviluppo ha beneficiato innanzitutto le casse del governo italiano. Dopo aver partecipato all'aumento di capitale di MPS nel 2022 con oltre 1.600 milioni di euro, il governo ha incassato 920 milioni nella recente operazione, mantenendo una quota di appena inferiore al 40%.

Lovaglio ha dimostrato di avere tutte le competenze necessarie per far tornare il Monte a giocare in Serie A, grazie al suo lungo curriculum di successo nel settore creditizio. Prima di assumere la carica a Siena nel febbraio 2022, Lovaglio è stato amministratore delegato e direttore generale del Credito Valtellinese dal febbraio 2019 al giugno 2021, dopo essere stato presidente dal 15 ottobre 2018 al 25 febbraio 2019.

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Sotto la sua guida, Creval ha avviato un processo di profonda trasformazione, migliorando efficienza e profilo di rischio, raddoppiando la profittabilità, distribuendo dividendi e posizionandosi tra le prime banche in termini di solidità patrimoniale. Lovaglio opera nel settore bancario da 50 anni, principalmente nel gruppo Unicredit, dove è entrato nel 1973. Nei successivi 20 anni ha ricoperto posizioni manageriali di crescente responsabilità, guidando a lungo il business commerciale in varie aree d’Italia. Nel 1997 è diventato capo del dipartimento strategia e pianificazione del Credito Italiano, partecipando alle fusioni delle banche appena acquisite che hanno dato origine all’attuale gruppo Unicredit. Nel 2000, è stato nominato capo della pianificazione di gruppo banche estere, diventando uno dei fondatori della divisione Nuova Europa, mirata allo sviluppo in Europa centrale e orientale.

Tra il 2000 e il 2003, Lovaglio è stato vice presidente del management board e direttore esecutivo di Bulbank, la più grande banca bulgara. Nel settembre 2003 ha assunto il ruolo di direttore generale e vice presidente di Bank Pekao Polonia. Negli anni 2006-2007 si è occupato della fusione e dello scorporo di Bph (terza banca polacca, appartenente al gruppo tedesco Hvb), un’operazione unica nel mondo finanziario. Nel 2011 è stato eletto presidente del management board e ceo della banca, mantenendo la posizione sino a giugno 2017, quando Unicredit ha venduto la partecipazione di controllo della banca a entità controllate dallo stato polacco.

Sotto la sua guida e il suo piano 2022-2026 ("A clear and simple commercial bank," una banca commerciale chiara e semplice), Mps ha conseguito un utile netto di 929 mln di euro al 30 settembre 2023, a fronte di una perdita di 334 mln di euro conseguita al 30 settembre 2022. L’utile del terzo trimestre, pari a 310 mln di euro, risulta in diminuzione rispetto a quello contabilizzato nel trimestre precedente (pari a 383 mln di euro). Il Gruppo ha inoltre realizzato, nei nove mesi, ricavi complessivi per 2.804 mln di euro, in aumento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nei 9 mesi il margine di interesse è risultato pari a 1.688 mln di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 (+62,7%). In calo, invece, le commissioni nette, che al 30 settembre sono state pari a 987 mln di euro (-6,5% su anno). La flessione, spiegano da Mps, è riconducibile soprattutto ai proventi sulla gestione del risparmio (-8,5%), al cui interno le minori commissioni sul risparmio gestito, legate all’evoluzione dello scenario macroeconomico, sono state in parte compensate dai maggiori proventi derivanti dalla distribuzione titoli, in ragione del rinnovato interesse da parte della clientela per gli investimenti a tasso fisso (principalmente titoli di Stato).

All'inizio di giugno, l'agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook su long-term deposit e senior unsecured debt rating di Mps: da stabile a positivo. La modifica si basa sull’attesa che il miglioramento del profilo creditizio, riflesso soprattutto in una maggiore e sostenibile redditività e nella capacità di accesso al mercato obbligazionario, se confermato nei prossimi 12-18 mesi, potrebbe portare a un upgrade del rating. Il futuro del Monte dei Paschi sembra promettente sotto la guida di Lovaglio. La recente mossa del Tesoro italiano nel vendere il 25% delle azioni rappresenta un segnale forte verso la privatizzazione, confermando il percorso pianificato con l'Unione europea.

Con una banca più sana e in grado di consolidarsi senza essere considerata un peso, l'attenzione si sposta verso possibili aggregazioni. Due potenziali candidati sono il Banco BPM, guidato da Giuseppe Castagna, e il gruppo Bper e Unipol, con a capo Carlo Cimbri. Sebbene affermino di non essere interessati, la questione chiave potrebbe essere la governance e il controllo nel processo di fusione. In definitiva, Luigi Lovaglio ha affrontato con successo la sfida di risanare il Monte dei Paschi, ponendo la banca su una traiettoria positiva e aprendo la strada a nuove opportunità di crescita e aggregazione.

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