Manovra, accordo vicinissimo con Bruxelles. Confermati reddito e quota 100
Manovra, deficit/Pil 2019 al 2%. Riduzione di quasi 7 miliardi del deficit strutturale stimato inizialmente
Accordo vicinissimo tra il governo italiano e la Commissione europea sulla Legge di Bilancio per il 2019. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate della maggioranza, l'intesa di massima - che va ancora definita nei dettagli - si sarebbe trovata sul rapporto deficit/Pil pari al 2% (rispetto al 2,4 indicato precedentemente dall'esecutivo) per il prossimo anno. Si tratta quindi di una riduzione di quasi 7 miliardi del deficit strutturale stimato inizialmente che verrà realizzato attraverso alcune modifiche alle voci di spesa contenute in manovra e soprattutto con una versione più 'light' del reddito di cittadinanza e della riforma della Legge Fornero (quota 100).
Le due misure chiave tanto care al Movimento 5 Stelle e alla Lega vengono quindi confermate, ma posticipate di due o tre mesi in termini di entrata effettiva in vigore e, quando sarà terminata la valutazione tecnica del Ministero dell'Economia, non è escluso che anche la platea dei beneficiari verrà leggermente ridimensionata. Ad esempio, per quanto riguarda la revisione della Legge Fornero, le finestre per andare in pensione con la nuova normativa potrebbero essere soltanto due anziché riducendo così l'impatto sui conti pubblici.
A spingere per l'accordo è stato soprattutto il premier Giuseppe Conte che, pur confermando i provvedimenti cardine della maggioranza, non ha mai smesso di dialogare con Juncker e la Commissione, come si è visto durante il G20 a Buenos Aires. Anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che nella serata di lunedì aveva detto 'la manovra cambierà in meglio', si è speso molto per evitare la guerra con Bruxelles (soprattutto per tenere fermo il livello dello spread, spiegano fonti leghiste).
I due vicepremier, Salvini e Di Maio, hanno tenuto il punto ma in questa fase preferiscono non alzare il livello dello scontro con l'Europa affidandosi alla saggezza del presidente del Consiglio che ha piena fiducia delle due forze politiche di maggioranza nella trattativa con l'Ue. Anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, seppur nel rispetto dell'autonomia decisionale del governo, ha lavorato affinché venisse evitata la procedura di infrazione. Ora si dovrà trovare la quadra su alcuni dettagli, ma il grosso appare fatto. E la bocciatura della Commissione, salvo colpi di scena, al momento sembra scongiurata.
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