Economia

Marcolin, salgono le vendite del 16%. Nuovi progetti in Cina e Russia

Dopo la crisi pandemica, una tra le aziende leader nel settore dell'occhialeria cresce grazie all'export. In campo nuovi progetti in Cina e Russia

Marcolin, salgono le vendite del 16% grazie all'export. Ingradito l'hub di Milano. Nuovi progetti in Russia e in Cina 

Marcolin, azienda leader nel settore dell’occhialeria, che da sessanta anni a questa parte ha saputo intercettare la tradizione artigianale italiana con le evoluzioni del mondo della moda,  dopo un 2020 segnato dalla pandemia e dalla crisi dei settori di moda, tessile e accessorio, vede la luce in fondo al tunnel.

Tra le protagoniste a livello mondiale nell’alto di gamma, insieme a Essilux, Safilo e De Rigo, e con una percentuale altissima di export, oltre il 90% nell’ultimo anno pre Covid, Marcolin vede nella prima parte del 2021 buone prospettive di ripresa. A giocare a favore i segnali positivi che provengono dall'estero, in particolare da Asia e Stati Uniti d’America, il primo mercato dell’occhialeria made in Italy.

“Il covid ha avuto effetti devastanti sulle persone e sull’economia, ma ha anche permesso alle aziende di concentrarsi sui processi interni, cercando maggiore efficienza. Essere più efficienti non significa solo risparmiare, tagliare co0sti e diventare più veloci. Vuol dire piuttosto impiegare la meglio risorse ed energia, per la soddisfazione di tutti gli stakeholder, da chi lavora in azienda agli azionisti, passando per il territorio veneto in cui operiamo”, ha spiegato l’amministratore delegato  e direttore generale di Marcolin Fabrizio Curci.

Sebbene il fatturato del 2020 contro quello del 2019 sia calato di 140 milioni (480 vs 340), nel primo trimestre le vendite sono salite del 16%, passando da 93,5 a 108,7 milioni. Un trend che, ha precisato l’ad Curci, si è confermato anche nel secondo trimestre. 

Infine, sugli ultimi movimenti aziendali, Curci ha sottolineato: "Negli scorsi mesi abbiamo acquisito il 100% delle joint venture in Cina e Russia, non perché gli accordi non funzionassero, ma perché su mercati tanto strategici è necessario essere presenti direttamente". "Il 2021 è un anno importante per l’azienda, che compie 60 anni ed è sempre più internazionale. Anche per questo abbiamo ingrandito la sede di Milano che diventa un vero e proprio  hub, punto di riferimento per i clienti italiani e dall’estero, da incontrare di persona in modalità digitale”, ha continuato l'ad. “Come ogni settore, l’occhialeria potrà essere teatro di M&A e partnership, perché le dimensioni contano. Non chiudiamo alcuna strada, ma allo stesso tempo pensiamo di avere le dimensioni e il know how giusto per competere a livello globale”, ha concluso Fabrizio Curci.