Economia
Materie prime su, allarme microchip: Audi e Volvo bloccano la produzione

Materie prime alle stelle e microchip introvabili: a pesare sul mercato il blocco pandemico e la "guerra" Usa-Cina. A soffrirne di più: auto e elettrodomestici
La fabbrica della Volvo a Gand e quella dell'Audi a Bruxelles- secondo quanto riportano i media belgi- sospenderanno questa settimana la produzione di auto a causa della scarsità di microchip. La linea di produzione di Audi a Bruxelles rimarrà chiusa per due giorni: giovedì e venerdi. Mentre Volvo a Gand cesserà la produzione per l'intera settimana prossima. Secondo l'Associazione europea dei fornitori automobilistici (Clepa) la carenza di chip ha ritardato la produzione di circa mezzo milione di veicoli in tutto il mondo e si prevede che i suoi effetti si faranno sentire fino al 2022. "Il secondo trimestre del 2021 è stato molto difficile e stiamo ancora assistendo in ritardi nella produzione", ha affermato il presidente di Clepa, Thorsten Muschal. “Sebbene la crisi non sia ancora finita, crediamo che il peggio sia alle spalle e che la situazione non si deteriorerà ulteriormente. Tuttavia, gli effetti potrebbero ancora farsi sentire un po' nel 2022”, ha aggiunto.
Uno stop della produzione che si inserisce, in realtà, in un quadro più complesso: è dalla fine del 2020 infatti che le conseguenze economiche causate dal blocco pandemico unite allo scontro commerciale intavolato tra Cina e Stati Uniti hanno provocato una paralisi del mercato. I due fattori uniti, se da un lato hanno provocato una graduale difficoltà di approvigionamento della mterie prime, dall'altro hanno direttamente rallentato il lavoro di produzione di molte aziende, come Audi e Volvo.
Nello specifico, l'allarme per il mondo delle automobili era scattato già nel dicembre del 2020, quando Volkswagen aveva annunciato un calo produttivo di 100mila veicoli in tutto il mondo, perché due dei suoi principali fornitori, Bosch e Continental, non riuscivano a trovare microchip per rifornire l'azienda tedesca, rivela l'Ansa. Così, successivamente, anche Nissan, Fiat Chrysler, Honda e Ford si erano comportate in maniera analoga: prevedendo ritardi o fermi temporanei delle catene di lavorazione. La causa della carenza, spiega l'Ansa, è dovuta in parte alle previsioni di vendita fatte nel 2020, dove a fronte di un primo semestre in forte calo, le case automobilistiche si sono trovate impreparate quando la produzione è ripresa a un ritmo regolare. Dall'altro lato- continua- il settore automotive utilizza solo il 10% della produzione globale di microchip e questo dà loro uno scarso potere negoziale.
Microchip che, nei loro modelli moderni, necessitano di una fase di sviluppo avanzata con tecnologie specifiche: non tutte le aziende le possiedono. Se guardiamo a quelli di ultima generazione sono solo tre le società capaci di fabbricarli: Intel negli Stati Uniti, Samsung in Corea del Sud e TMSC a Taiwan.
Ma la crisi dei microchip tocca un po' tutti, anche il campo degli elettrodomestici: nel mese di marzo, lo stabilimento Whirpool che si trova in Cina ha dichiarato di essere riuscito a soddisfare solo il 90% della domanda: un calo del 10% sulla produzione annua è stato annunciato anche dalla statunitense Foxconn, azienda leader nel mondo degli smartphone, che lavora per conto di aziende come Apple e Samsung, conclude l'Ansa.