Economia
Maxi-truffe Superbonus, tra aziende e “general contractor” fantasma
La Guardia di Finanza è intervenuta soprattutto nel Nord Italia sgominando vere organizzazioni criminali, con frodi allo Stato per decine di milioni di euro
Inoltre la maggior parte delle persone fisiche che hanno ceduto il credito d’imposta non risultava proprietaria di alcun immobile; i lavori, mai eseguiti, sono stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate riportando dati catastali artefatti, relativi a immobili inesistenti. I crediti d’imposta oggetto della frode, pari a oltre 84 milioni di euro, sono stati, quindi, sottoposti a sequestro: i sigilli giudiziari sono inoltre scattati su conti correnti, quote societarie e beni di lusso (tra cui una fiammante Rolls Royce, monete d’oro e altri oggetti preziosi).
Solo qualche mese fa, nel novembre 2022 conferma ad Affari il tenente colonnello Emanuele Camerota, sempre nel veronese era stata scoperta un’altra maxi-frode sui bonus “ristrutturazione” e “facciate”, con sequestri per oltre 20 milioni di euro. Anche in questo caso le Fiamme Gialle scaligere avevano individuato una vera e propria organizzazione criminale, composta da soggetti - tutti dichiaranti redditi modesti o nulli - che hanno comunicato all’Agenzia delle Entrate crediti d’imposta di fatto inesistenti per importi che superano i 15 milioni di euro. In questo caso, sempre per ostacolare il rintracciamento della provenienza, gli indagati avevano reimpiegato il denaro in attività economiche e imprenditoriali apparentemente lecite, come l’acquisto di un bar e di autoveicoli di lusso, nonché di numerosi fabbricati per il tramite di società immobiliari. Sono quindi scattati i “sigilli” giudiziari oltre che sui crediti d’imposta oggetto della frode anche su 30 immobili e su beni di lusso (tra cui una Porsche Cayenne).