Economia
Mediaset-Vivendi, prove di pace:si tratta su governance e alleanza industriale

Dopo lo stop della Corte di Madrid al progetto Mfe, il gruppo francese controllato dalla famiglia Bollorè scrive al Biscione. Rumors
Prove di pace nel settore televisivo. Obiettivo: creare finalmente un grande polo europeo entro la fine dell'anno e non intralciare i rispettivi piani di sviluppo. Nonostante i toni ufficiali rimangano accesi, le diplomazie di Mediaset e di Vivendi hanno continuato a lavorare proprio alla ricerca di un'intesa. E il weekend appena trascorso sembra infatti aver portato a una svolta nell'interminabile braccio di ferro che ha visto schierati battaglioni di legali e che ha raggiunto il culmine in piena crisi Covid-19.
A provare ad avvicinare le posizioni, come ha appreso MF-Milano Finanza, ha contribuito una lettera di Vivendi che in sostanza apre a sorpresa la strada a un accordo. E sì che i francesi avevano appena segnato un punto non da poco, con la recentissima vittoria in Spagna al tribunale di Madrid, che il 30 luglio scorso ha confermato la sospensione cautelare del progetto MediaforEurope, rispedendo al mittente il ricorso di Mediaset Espa a, nonostante nel frattempo lo statuto di Mfe fosse stato modificato per renderlo più favorevole ai soci di minoranza.
La sconfitta in tribunale è stata un duro colpo per Mediaset, ma già dalla nota diffusa dal gruppo era evidente la volontà di andare oltre, "poichè la nascita di nuovo broadcaster paneuropeo è oggettivamente resa sempre più indispensabile dal nuovo scenario economico". La lettera di Vivendi, inviata al cda Mediaset venerdi', viene definita "pacata e aperta a un accordo".
Tra le condizioni per il via libera alla holding europea e al non ostacolare in futuro alcun possibile progetto di integrazione con la tedesca Prosiebensat di cui Mediaset è azionista al 24%, c'è proprio un sistema di governance che tuteli le minoranze e la disponibilità a un'alleanza industriale, a conferma che il polo televisivo si potrebbe davvero realizzare col gruppo di Berlusconi.
Non ci sarebbe oltretutto alcun irrigidimento sul riacquisto delle azioni. Insomma, se non è una svolta poco ci manca.