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Economia
Mediobanca, Generali pesa sugli utili.Su i ricavi con le partite della finanza

Il rimbalzo dell’economia post-lockdown trascina i ricavi commissionali di wealth management e corporate&investment banking (Cib) di Mediobanca che parte con il primo trimestre del suo esercizio fiscale (il gruppo chiude il bilancio a giugno) con un utile netto di 200,1 milioni, in decisa crescita rispetto agli ultimi due trimestri (rispettivamente 84,6 milioni e 48,2 milioni), ma in calo del 26,1% rispetto allo scorso anno (270,6 milioni) esclusivamente per il minor apporto da parte di Assicurazioni Generali (45 milioni contro 135,5 milioni lo scorso anno e 54,8 milioni nell'ultimo trimestre) impattato da componenti non ricorrenti come gli oneri straordinari rivenienti dalla chiusura di un contenzioso collegato alla cessione della partecipata svizzera Bsi.

Un fattore che farà sicuramente piacere a Leonardo Del Vecchio, il primo azionista di Piazzetta Cuccia è l’apporto del core business dell’attività di merchant banking. Grazie infatti all’attività di advisory nelle grandi partite della finanza italiana come la scalata di Intesa Sanpaolo a Ubi, l’operazione di acquisto di Borsa Italiana da parte della cordata Cdp-Euronext-Intesa e lo sbarco in borsa di Gvs, Mediobanca ha registrato un’impennata del 68% rispetto alla media degli ultimi due esercizi per 77,7 milioni delle commissioni Cib. Voce che a livello consolidato è cresciuta del 6% a livello annuale a 546 milioni. 

Il Rote - spiega una nota Mediobanca - si attesta al 9% e poggia su una base di capitale ai livelli massimi storici (Cet1 al 16,2%, phase-in). In un contesto ancora incerto, alla luce dell'ampia dotazione patrimoniale, è stata ripristinata una politica di distribuzione per l'esercizio 2020/21, soggetta alla decisione Bce, con l'introduzione di un dividend pay-out pari al 70%, in crescita rispetto al 50% registrato nell'esercizio 2018/19 (ultimo dividendo distribuito). I ricavi salgono del 3% trimestralmente a 626 milioni, con margine di interesse e commissioni che complessivamente si incrementano del 9% sul secondo trimestre e del 6% a 546 milioni invece a livello annuale.

Il margine di interesse si mantiene sui livelli dello scorso anno (-0,6%, da 359,1 a 357,1 milioni) e dell'ultimo trimestre (-0,9%, da 360,5 milioni) malgrado l'atteso minor apporto dell'area Consumer (-3,9%, da 234,8 a 225,7 milioni) che sconta gli effetti del calo di erogato del periodo di lockdown sui volumi medi. Per contro si registra una ripresa del Cib (+4,5%, da 68,7 a 71,8 milioni) e delle Holding Functions (che riducono il passivo da -16,1 a -13,1 milioni) per i maggiori volumi del banking book ed il calo degli interessi passivi sulla raccolta (da 104,3 a 84,3 milioni); il costo del funding resta stabile a circa 80 punti base nonostante gli effetti del calo dell'Euribor sulla provvista a tassi fissi.

Le commissioni (189,1 milioni) registrano il dato migliore degli ultimi tre esercizi a dimostrazione della validita' del modello di business diversificato: l'ottima relazione con la clientela corporate ha consentito di beneficiare della ripresa dei mercati di M&A e Capital Market facendo registrare commissioni per 77,7 milioni (+68% rispetto alla media degli ultimi 2 esercizi) con apporto equilibrato di tutti i prodotti (Corporate Finance: 40,6 milioni; Capital Market: 25,5 milioni; Lending: 11,6 milioni); il Wealth Managment mantiene il trend di crescita (+8,6%, da 69,5 a 75,5 milioni rispetto allo scorso anno e +5,4% rispetto all'ultimo trimestre) con buoni risultati del segmento Affluent (+22%, da 22,3 a 27,2 milioni) e Private (+19,4%, da 26,8 a 32 milioni) solo parzialmente vanificata dal minor contributo della fabbrica prodotti ancora condizionata da fuoriuscite di masse di clientela istituzionale; il Consumer si mostra resiliente (+4,3%, da 32,5 a 33,9 milioni) malgrado il calo dell'erogato e dello stock di finanziamenti.

Le rettifiche su crediti del trimestre tornano sui livelli dello scorso anno (71,8 milioni contro 65,1 milioni) in sensibile calo rispetto all'ultimo trimestre (165,4 milioni) per effetto di una minore rischiosita' del portafoglio Consumer. Le attivita' deteriorate lorde crescono lievemente (+3,1% da 1,954 a 2,015 miliardi) con un'incidenza sul totale degli impieghi lordi al 4,2% (4,1% al 30 giugno scorso) ma su base netta sono stabili a 876,6 milioni (1,9% degli impieghi netti) per effetto del maggior tasso di copertura (56,5% contro 55,3%) per la prudente politica di provisioning.

La raccolta aumenta da 54,9 a 56,7 miliardi per il maggior ricorso al T-Ltro della Bce (da 5,7 a 6,5 miliardi, di cui 4,8 miliardi relativi al terzo programma) cui si aggiunge una crescita dei depositi retail (da 15,3 a 15,7 miliardi) e della provvista cartolare (da 18,8 a 19,3 miliardi); nel trimestre si segnala l'emissione inaugurale del programma green bond (500 milioni all'1% per una durata di 7 anni); il costo del funding rimane invariato a circa 80 punti base. Il Common Equity Tier 1 ratio si attesta al 16,21% phase-in tenuto conto dell'autofinanziamento del periodo (+12 punti base), delle maggiori riserve da valutazione (+3 punti base), dell'incremento della quota di Assicurazioni Generali dedotta (-9 punti base), dei minori Rwa (+5 punti base) e della quota di Fta IFRS9 (-3 punti base) secondo il regime transitorio.

Il Common Equity Tier 1 ratio fully loaded senza Danish Compromise, ossia con la deduzione integrale di Assicurazioni Generali (-143bps) e con l'applicazione integrale dell'effetto Fta Ifrs9 (-14 punti base), si conferma a 14,64%, in linea con giugno (14,50%). Il Total Capital ratio si attesta al 18,75% (17,51% fully loaded) in lieve calo (dal 18,82%) per la quota di ammortamento degli strumenti Tier2. Mediobanca stima che il prossimo trimestre potrebbe essere influenzato dall'emergenza sanitaria e dai blocchi operativi necessari per contenere la pandemia ad oggi non prevedibili.

Il lockdown, in particolare se generalizzato, resta infatti l'elemento piu' critico per le erogazioni ed il costo del rischio di Consumer e mutui ipotecari. Per mitigare questi impatti il gruppo Mediobanca negli ultimi sei mesi ha fortemente potenziato le piattaforme digitali e lo sviluppo integrato dei canali distributivi/di recupero. Anche una eccessiva volatilita' sui mercati finanziari condizionerebbe le Tfa, in termini di Nnm ed effetto mercato, nonche' la propensione al rischio della clientela.

Il margine di interesse - spiega una nota relativa ai risultati trimestrali - e' atteso in calo rispetto al precedente esercizio per i minori volumi e rendimenti nel Consumer; le commissioni si prevede si mantengano su buoni livelli, cosi' come i proventi da Assicurazioni Generali. A fronte di questo andamento dei ricavi si prospetta una lieve salita dei costi di struttura per la ripresa di attivita' progettuale ed iniziative commerciali (campagne pubblicitarie). Il costo del rischio e' previsto sostanzialmente stabile; le rettifiche di Consumer, mutui ipotecari e finanziamenti leasing sono previsti in linea con questo trimestre fatto salvo ulteriori peggioramenti dello scenario macro-economico.

Dopo aver valutato il dossier Banca Generali, dossier che non è andato in porto per il rifiuto a vendere da parte del Leone, il Ceo Alberto Nagel ha spiegato che, in linea con quanto previsto dal piano industriale, "Mediobanca resta interessata ad acquisizioni nel wealth management in Italia, ma al momento non ci sono asset in vendita". 

Gli occhi degli operatori sono ora puntati sull'assemblea di domani chiamata a rinnovare il cosniglio di amministrazione e a cambiare lo statuto. Di particolare interesse il voto del primo azionista con oltre il 10% Del Vecchio, dalla cui espressione potranno cogliersi indicazioni sul gradimento nei confronti del management che ha presentato una lista propria.

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