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Economia
Mediobanca, ricavi e profitti record. Commissioni ai massimi a 433 milioni
Alberto Nagel

L'utile semestrale comporta un ritorno sul patrimonio tangibile dell'11%. Quanto alla qualità del credito, proseguendo con l'analisi, le rettifiche su crediti sono aumentate del 16,7% a 137,3 milioni "unicamente per un intervento straordinario nell'ultimo trimestre nell'ottica di derisking". Il costo del rischio "permane ai minimi storici", vale a dire 55 punti base nonostante 15 punti di one off.

Quanto agli aggregati patrimoniali, gli impieghi verso la clientela sono saliti del +4,9% a 50,8 miliardi. Le attività deteriorate lorde scendono a 1,47 miliardi con un'incidenza sul totale degli impieghi al 2,8%. "La buona qualità del credito - sottolinea Piazzetta Cuccia - ha consentito al gruppo di proseguire anche in questo semestre nella prudente politica di accantonamento (coverage ratio dal 64,9% al 66,9%) riducendo le attività deteriorate nette da 560,2 a 487,1 milioni, con un rapporto sugli impieghi dell'1%". Al 31 gennaio le moratorie residue si sono ridotte a circa 95 milioni.

La raccolta è cresciuta del 5,5% a 59,3 miliardi, grazie alla spinta del wealth management (a 27,2 da 25,2 miliardi), che copre il 46% della provvista complessiva. Le attività finanziarie del wealth management crescono nel semestre da 71,5 a 79,4 miliardi per effetto di nuovi flussi pari a 4,4 miliardi, di cui 2,9 miliardi nell'ultimo trimestre.

Sul fronte infine dell'andamento economico delle singole divisioni, il wealth management chiude il semestre con un utile di 72,4 milioni (+54,4%), il credito al consumo con 190 milioni (+38%), il Corporate&Investment banking con 131,7 milioni (-22,7%), il Principal investing con 185 milioni (+43,8%) con book value della partecipazione in Generali salita da 3,663,1 a 3,7619 miliardi dopo utili per 186,5 milioni.

Le funzioni di holding riducono infine la perdita a 53 milioni da 73,1. Nel prossimo semestre Mediobanca stima "una stabilizzazione dei volumi creditizi anche se proseguirà il recupero del credito al consumo, prodotto a maggior marginalità". 

"Buone la pipeline dell'Investment banking e le attese di redditività del wealth management - ha aggiunto l'istituto che ha confermato il payout al 70% e un nuovo buyback (3% del capitale) - che dovrebbe beneficiare delle accresciute masse medie e della costante attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti per la clientela". "Sulla base dell'intensa attività commerciale si prevede un solido sviluppo dei ricavi che potrà essere tuttavia influenzato dalla maggiore volatilità dei mercati e dalla minore incidenza di elementi non ricorrenti", ha concluso Piazzetta Cuccia. 

Sul capitolo M&A, dove Mediobanca è attesa, Nagel, come da piano industriale, ha confermato di "continuare a guardare a possibilità di crescita esterna. Ma devono sposarsi col nostro ritmo accelerato di crescita organica. Guardiamo a opportunità che siano utili che non facciano deragliare la nostra crescita, devono cioè essere un fit con quello che stiamo facendo".

Dove? "Pensiamo di guardare ai mercati dove abbiamo una presenza che vogliamo rendere più rotonda. Italia, Monaco e Lussemburgo li vediamo per la distribuzione come wealth management. Per l'alternative asset management possiamo essere interessati a fare altri operazioni basate in Inghilterra, in America a in Francia, dove la presenza di operatori di alternative asset management è più diffusa".

"Credo che oggi non ci siano operazioni di taglio meglio grande. Quindi non sono sul tavolo", ha aggiunto il banchiere. "Viceversa - ha ripreso - sul credito al consumo ci può interessare quello che accelera la nostra strategia digitale. In Compass ci può interessare acquisizione di un partner o una partnership nel fintech".

Nessun commento invece sulla battaglia in corso con Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Fondazione Crt per la governance delle Assicurazioni Generali, dove Piazzetta Cuccia è socia con il 12,82% del capitale in portafoglio più un prestito titoli del 4,42%. Il trattamento che Mediobanca fa della partecipazione Generali in bilancio "dipende da un principio Ias che alla fine consiste nel fatto che esprimiamo un rappresentante in Cda. Vedremo se a esito dell'assemblea questo sarà confermato, altrimenti avremo un trattamento contabile diverso ma avremo comunque un contributo positivo", sono state le uniche parole sul tema di Nagel.

"Comunque, sia se la lista arrivasse prima, sia se arrivasse seconda, a oggi mi pare improbabile non avere un nostro rappresentate" in cda, ha aggiunto. Quanto alla possibile cessione del 3% di Generali, il Ceo di Mediobanca ha ribadito che il proprio gruppo ha "un atteggiamento molto basato sui numeri e sul contributo che la partecipazione assicurativa dà. Alternative sono sempre considerate nella misura in cui il contributo al conto economico sia positivo". 'Oggi - ha concluso ribadendo un concetto già più volte espresso- il contributo di Generali è nettamente superiore al nostro costo del capitale e ci aiuta a raggiungere i nostri target di piano".

 

 

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