Mercati: inflazione, trimestrali e stretta Bce.Come investire fino a fine anno
Inflazione “core” in rialzo in Eurolandia, per la Bce sarà più difficile tenere i tassi bassi: le Borse possono correre, i bond non soffriranno troppo
Saranno anche fattori stagionali o comunque contingenti, ma certo l’aumento registrato a fine aprile dall’inflazione “core” (quella che esclude le variazioni di prezzo di alimentari e generi energetici) in Eurolandia, all’1,2%, il dato più elevato dal giugno 2013, complica la vita a Mario Draghi e probabilmente agli investitori.
Il numero uno della Bce, infatti, solo giovedì aveva ribadito che il board dell’istituto centrale oltre a lasciare come ampiamente previsto invariati sia i tassi di interesse sia il suo programma di acquisto di asset sul mercato (quantitative easing), non aveva discusso alcuna modifica alle previsioni macroeconomiche. Un segnale subito interpretato come la conferma (ribadita del resto nel testo del comunicato ufficiale) che i tassi resteranno sugli attuali o più bassi livelli per un esteso periodo di tempo, anche ben oltre la fine del programma di acquisto di bond sul mercato.
Una cautela che lo stesso Draghi in conferenza stampa aveva ribadito essere necessaria nonostante segnali di ripresa confortanti dell’economia.
Sulla base di simili commenti, Timothy Graf, responsabile della macro strategy di State Street Global Markets, aveva notato come l’inflazione “core” bassa stia “sicuramente pesando” sull’atteggiamento del board della Bce e suggerisca “che la cautela dei policymaker proseguirà almeno nei prossimi incontri”. Inutile dunque, secondo l’esperto, attendersi improvvisi rialzi dei tassi a inizio giugno, come invece sembrava non escludere la maggior parte degli investitori finora e come sono tornati a ipotizzare alcuni trader dopo i dati sull’inflazione di aprile.
La verità sembra stare nel mezzo: per quanto in ripresa l’inflazione “core” in Eurolandia resta su livelli molto modesti e ben distanti dal 2% annuo che è l’obiettivo che la Bce si è data, tuttavia come nota anche Brendan Lardner, responsabile Emea della gestione di portafoglio del team Active Global Fixed Income di State Street Global Advisors, a partire dal secondo semestre, se si sarà superato senza danni l’ostacolo delle elezioni francesi, “i mercati potrebbero ricominciare a prezzare un’accelerazione della normalizzazione della linea politica della Bce”.
Operativamente questo significa che più che sulle attese i mercati tenderanno a concentrarsi, almeno fino all’estate, sui dati correnti e sulle trimestrali in via di pubblicazione (che mostrano utili in rialzo, specie in Europa). Vi dovrebbe dunque essere spazio per un ulteriore rialzo dei listini azionari, anche se ad un passo meno marcato e con una maggiore rotazione settoriale, mentre pur attendendosi un rialzo dei tassi in Europa (oltre che negli Stati Uniti) nei prossimi anni (trimestri nel caso degli Usa) per i mercati obbligazionari non dovrebbero esserci dei crolli troppo pronunciati.
(Segue...)