Economia

Microchip, Arm si quota in Borsa. Via all’operazione record da 60 miliardi

di Redazione Economia

L’azienda ha un valore di circa 64 miliardi di dollari, ed è probabile che la quotazione avverrà a una cifra simile

Microchip, ARM si quota in Borsa. Via all’operazione record da 60 miliardi

ARM Holdings, la più importante società di chip al mondo, si quoterà in borsa a Wall Street con l’operazione più grande dopo quasi due anni di crisi del settore tecnologico negli Stati Uniti. L’azienda ha un valore di circa 64 miliardi di dollari, ed è probabile che la quotazione avverrà a una cifra simile. L’ultima operazione di queste dimensioni è del novembre del 2021, quando si quotò per 70 miliardi di dollari Rivian, l’azienda statunitense che produce macchine elettriche.

ARM è nata 1990 come joint venture tra Acorn Computers, Apple e VLSI Technology. L’architettura RISC (Reduced Instruction Set Computer) sviluppata dagli ingegneri di ARM si è rivelata altamente efficiente e adatta per dispositivi a basso consumo energetico. Ciò ha portato alla rapida adozione delle soluzioni ARM da parte dei produttori di dispositivi mobili, come smartphone e tablet. Oggi, infatti, la proprietà intellettuale di ARM (che non realizza in proprio alcun chip) è utilizzata nella stragrande maggioranza di SoC progettati, sviluppati e commercializzati da vari produttori: Qualcomm, Apple, Samsung, MediaTek, NVidia, Amazon, Huawei, giusto per fare qualche nome. Si calcola che circa il 70% della popolazione globale utilizza prodotti alimentati da chip che poggiano sull’ISA ARM o sono costruiti a partire da progetti sviluppati servendosi della tecnologia ARM. In un altro articolo abbiamo detto quanto conta l’ISA nella competizione tra chip ARM64 e x86-64. Nell’anno fiscale terminato il 31 marzo 2023, i vari produttori hanno spedito 30 miliardi di chip basati su ARM facendo registrare una crescita del 70% rispetto al 2016 (fonte: Nikkei). Fino ad oggi, la tecnologia ARM è utilizzata in 250 miliardi di chip.

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Nel 2016, l’azienda giapponese SoftBank Group ha acquisito ARM Holdings per circa 32 miliardi di dollari mentre a inizio 2022 è definitivamente sfumata l’acquisizione di ARM da parte di NVidia. L’accordo sembrava ormai cosa fatta e invece, complici i timori dei vari player sul mercato, tramontò.

La mossa di ARM per affrontare le sfide dei prossimi anni

Il mercato sta iniziando ad adottare con sempre maggiore convinzione l’architettura e il set di istruzioni royalty-free RISC-V. Si vedevano già da tempo SoC RISC-V nei campi applicativi più “ordinari” come sensori e dispositivi smart economici. Da un po’ a questa parte, tuttavia, la tecnologia è adottata per applicazioni di intelligenza artificiale e calcolo ad alte prestazioni, aree di grande rilievo per tante aziende.

Si tratta di segnali “sinistri” per ARM che vede il suo business potenzialmente minacciato da un’architettura, RISC-V appunto, che è facilmente accessibile da parte di chiunque senza versare alcun “obolo” (come accade invece nel caso dell’azienda britannica). La valutazione di ARM è stimata tra 60 e 70 miliardi di dollari, anche se ad oggi non è dato sapere il valore dell’IPO. Se l’operazione avrà successo, ARM potrà contare sull’arrivo di linfa vitale per ottimizzare le attività di progettazione e proporre progetti innovativi ai clienti, in grado di contrastare la concorrenza e rafforzare la presenza nei mercati HPC e data center.