Economia

Morandi, Corte dei Conti dura: "Accordo coi Benetton? Ci ha rimesso lo Stato"

Stroncato il patto tra gli ex gestori di Autostrade e il ministero dei Trasporti. Il processo costerebbe caro alle casse italiane se dovesse pagare i danni

Corte dei Conti: "Il ministero dei Trasporti ha ignorato il nostro parere"

La Corte dei Conti si è espressa sull'accordo raggiunto tra i Benetton e il governo per la cessione della concessione di Autostrade in seguito al crollo del ponte Morandi. A rimetterci - si legge sul Fatto Quotidiano - per i revisori è lo Stato, che non solo si accinge a sborsare fior di miliardi alla Atlantia della famiglia Benetton per comprare la concessionaria prima che il processo faccia chiarezza sulle sue responsabilità nel crollo. Ma rischia pure di essere esposto al pagamento dei risarcimenti dovuti in caso di condanna della stessa. Lo scrive la Corte dei Conti al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che aveva sottoposto alla magistratura contabile l’atto transattivo sottoscritto dal governo con Aspi per chiudere il contenzioso aperto dopo la tragedia, ricevendo come risposta una sonora bacchettata, per non dire una bocciatura.

L’affare - prosegue il Fatto - sembra soprattutto dei Benetton. Ballano più di 8 miliardi (il valore che verrà pagato ad Aspi dal consorzio guidato da Cdp), ma nulla dimostra che “del costo della transazione (3,4 miliardi, ndr ) si sia tenuto conto nella valorizzazione (in diminuzione) delle quote di Atlantia in Aspi. Insomma, in assenza di questi elementi, è impossibile per la Corte "valutare l’equilibrio economico dell’accordo e, di conseguenza, il rispetto del principio di economicità". La Cdc stigmatizza anche l’operato del ministero che prima ha chiesto e poi di fatto ignorato il parere reso a settembre dall’Avvocatura dello Stato, che aveva lanciato l'allarme sull'impatto dell’accordo per la possibile "decadenza" del concessionario.

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