Economia
Mps, documenti interni di protesta per il pressing e i toni in filiale
I bancari Montepaschi, istituto pubblico: "Insostenibili pressioni commerciali sui dipendenti". Quelle telefonate ripetute sulla rete...
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Per fortuna che è una banca pubblica, con l'ombrello dello Stato al 68% del capitale che l'ha messa al sicuro fino al 2021. Per di più, non ci sono neanche gli stress test periodici della Bce che fotografano la tenuta reale della banche europee più grandi rispetto a improvvisi scenari avversi. Eppure nelle filiali Mps pare che il clima sia poco sereno, per usare un eufemismo.
McKinsey sul bancone degli imputati/ Nel loro intervento in assemblea, i sindacati hanno sottolineato che dal bilancio emerge "un'assoluta certezza sugli effetti derivanti dal contenimento del costo del lavoro", ma "le spese legate |
Le luci dei riflettori sulla rete le hanno accese stamane in assemblea a Siena i sindacati che, con un intervento unitario per bocca di Carlo Magni, segretario responsabile Uilca per il Monte dei Paschi, hanno lamentato alla dirigenza e davanti a tutti i soci (quindi anche ai rappresentanti del Tesoro) "insostenibili pressioni commerciali esercitate sui dipendenti".
C'è da dire che l'andazzo è comune a tutte le grandi banche, tanto che a febbraio del 2017 le organizzazioni sindacali hanno strappato in sede Abi alle banche "l'Accordo Nazionale su Politiche Commerciali e Organizzazione del Lavoro", un accordo quadro da recepire poi nei singoli istituti per normare le relazioni fra direzioni e filiali sulla rete. Vademecum che, adottato anche a Palazzo Sansedoni il 26 febbraio 2018, è rimasto lettera morta.
Secondo quanto riferisce una fonte interna ad Affaritaliani.it, lungo tutta la rete italiana di Mps stanno fioccando documenti di protesta da parte dei dipendenti che lamentano telefonate con cadenza quasi oraria, spesso accompagnate da "toni non proprio urbani", da parte delle diverse direzioni commerciali territoriali sui direttori di filiale e sui relativi responsabili di filiera commerciale per la vendita dei singoli prodotti. 7-8 telefonate al giorno che finiscono per creare tensione durante l'impegno quotidiano dei singoli bancari. Pressing di cui non ci sarebbe neanche bisogno, visto il modello organizzativo esistente: ogni singola operazione viene monitorata minuto per minuto dall'alto con i singoli computer e così anche i relativi closing.
In sostanza, dalle direzioni commericali provinciali, i responsabili di area sanno in ogni istante quello che viene realizzato in filiale. Ciò nonostante chiamano lo stesso.
Il 2017 è stato un anno pessimo per Montepaschi. Dopo il necessario intervento dello Stato per salvare la banca, la fuga dei depositi e le ulteriori rettifiche sui crediti hanno compresso ancora una volta la redditività del gruppo guidato da Marco Morelli, istituto che ha chiuso il bilancio in rosso per 3,5 miliardi di euro. Andamento che ha portato il titolo a perdere oltre il 40% dal suo ritorno in Borsa (il 24 ottobre 2017).
E meno male che in assemblea, Morelli ha spiegato che il 2018 "è sicuramente il primo anno in cui la banca è entrata in una situazione di lavoro normalizzata", grazie ad "obiettivi chiari". Normalizzata? Forse solo per i top-manager che, una volta fissati gli obiettivi e designate le sstrategie per raggiungerle con le autorità europee entrano in una fase di verifica routinaria. Raggiungerli day by day poi tocca alla rete.