Mps,Bce: niente proroga.Decreto in arrivo nel weekend.Non sarà omnibus. Rumors
La bocciatura Bce della richiesta di proroga dell'aumento di capitale da parte di Mps rende obbligatoria la ricapitalizzazione "precauzionale" pubblica
di Andrea Deugeni
Luca Spoldi
Niet della Bce a Marco Morelli, Ceo di Mps. Il Monte crolla in Borsa (sono tornate insistenti anche le vendite sui bond retail), dopo la notizia che la Vigilanza europea ha respinto la richiesta di concedere più tempo per l'aumento di capitale. L'istituto senese aveva chiesto 20 giorni in più visto il mutato contesto per l'esito del referendum per portare a compimento il piano di rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi di euro. Il titolo aveva avviato le contrattazioni in rialzo per poi girare in negativo in attesa della decisione della Bce. Sospese al ribasso allo stop da parte di Francoforte e riammesse alle contrattazioni, le azioni del gruppo senese al giro di boa cedono oltre il 15%, con scambi che hanno riguardato oltre il 10% del capitale.
E' in corso intanto un Cda di Mps, già fissato in agenda, riunione che deve prendere atto della decadenza del piano di ricapitalizzazione messo a punto dalla banca, compreso l'acquisto dei bond subordinati realizzato la scorsa settimana e che dovrà valutare le prossime mosse. "Non siamo assolutamente preoccupati", ha detto il presidente Alessandro Falciai entrando nella sede milanese di Mps. In mattinata, si è tenuta anche una riunione al Tesoro fra Morelli, il ministro Pier Carlo Padoan e gli advisor Mediobanca e Jp Morgan sul da farsi post-bocciatura Bce.
Finora dei 5 miliardi richiesti solo poco più di un miliardo è stato raccolto tramite l’offerta volontaria di conversione di bond subordinati in azioni di nuova emissione. Di questi 400 milioni dovrebbero essere convertiti da Generali, che così a fine aumento si ritroverebbe in portafoglio una partecipazione dell’8% circa della banca e potrebbe intavolare una trattativa con Axa (socia al 3,17% dell’istituto senese col quale ha appena rinnovato un accordo distributivo di bancassurance) per arrivare, un domani, ad una partneship molto stretta. Almeno un altro miliardo deve arrivare da “anchor investor”, ma se finora si pensava che potesse essere il Qatar a fare la parte del leone, ormai si dà per scontato che gli arabi si siano sfilati, o comunque abbiano accettato di partecipare per una quota molto inferiore alla previsione iniziale, e che a sottoscrivere tranche da non meno di 300 milioni di euro a testa saranno gestori di fondi hedge come George Soros e John Paulson, ma forse anche Bob Diamond.
Così se Pier Carlo Padoan varasse il decreto di cui si parla in queste ore a Piazza Affari potrebbe essere la conferma che proprio sul nome dell’attuale ministro dell’Economia stanno convergendo i placet delle principali forze politiche, dato che Padoan è una figura di garanzia in primis per i mercati, essendo un tecnocrate (e dunque attento ai conti) ma anche in grado di mentire (come hanno imparato a fare tutti i politici italiani, data l’insofferenza dell’elettorato italico ad accettare la verità) e far passare una ricapitalizzazione preventiva come una misura alternativa al bail-in, quando di fatto è una sorta di bail-in volontario (per quanto almeno in parte “obtorto collo”) fatto per evitare lo scattare di un bail-in vero e proprio e di più ampia portata. Ma la way-out è prevista proprio dalla direttiva europea sul tema.