Economia

Mps crolla in Borsa (-10%) dopo il no alla fusione con Bper

Il ceo di Bper Montani e il presidente di Unipol Cimbri dichiarano di non essere interessati a una fusione con Siena

I dividendi record, il buyback e le altre operazioni rappresentano un bottino troppo interessante per i grandi elettori che difficilmente accetteranno di ridurre la loro “torta” per mangiarsi Siena. E poi c’è quel precedente, quello sgarbo reciproco tra Orcel e Mario Draghi che non si sono mai seduti al tavolo insieme per chiudere la trattativa. Dunque, c’è qualche ruggine di cui liberarsi. Intesa è fuori dai giochi per una questione di concentrazione. E difficilmente il governo accetterebbe che Credit Agricole, dopo l’opa sul Creval, possa entrare nel capitale di Mps. Ammesso e non concesso, tra l’altro, che vi sia questo interesse. 

Da Siena garantiscono che non c’è fretta e che la banca è in salute. Il governo ha dato dei tempi per uscire dal capitale, anche perché sa che se iniziasse a vendere quote del titolo lasciandole sul mercato genererebbe un effetto tsunami che farebbe calare ulteriormente il valore azionario (citofonare Axa per chiarimenti). Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una navigazione con qualche onda più forte. Per la tempesta è ancora presto, ma si consiglia di iniziare a fare scorte di antiemetici.