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Economia
Mps, i sindacati vogliono Generali al timone. E' scontro fra Gualtieri e i 5S

Mentre il Tesoro mette le cose in chiaro con il M5S sulla dote fiscale da 2,4 miliardi per portare il Montepaschi nelle braccia del cavaliere bianco UniCredit, i sindacati accantonano il piano "B" Mps-Carige-PopBari e prospettano lo scenario Generali, secondo azionista in Rocca Salimbeni con il 4,319% del capitale, come timoniere della nuova governance di Mps in un futuro stand-alone di Siena al termine dell’operazione di rafforzamento patrimoniale che dovrebbe essere di circa 2,5 miliardi per fronteggiare l'operazione Hydra (da 8 miliardi) e il deterioramento del business.

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Dopo aver aver ribadito la propria contrarietà “a una privatizzazione della banca in tempi stretti perché avrebbe riflessi negativi tanto sull'occupazione che sulle finanze pubbliche e non darebbe alcun valore aggiunto al Paese”, la First-Cisl, per bocca del proprio segretario generale Riccardo Colombani, ha spiegato che “quando si creeranno le condizioni legate alla soluzione del contenzioso da 10 miliardi, Generali, già oggi secondo azionista, potrà aumentare la sua partecipazione al fine di assumere la governance, mantenendo l'integrità della banca e preservando la rete distributiva oltre che l'occupazione. Quanto alle voci di esuberi che circolano da settimane bisogna essere chiari: ci opporremo a qualsiasi ipotesi di uscite forzose".

Secondo le indiscrezioni, la ricapitalizzazione per 2,5 miliardi verrà messa nero su bianco domani nel piano industriale di Mps preparato dall'amministratore delegato Guido Bastianini e dall'advisor Oliver Wyman, una strategia che prevederebbe tagli di costi per mezzo miliardo e circa sei mila esuberi tra direzioni centrali e rete commerciale. Intanto, al Tesoro si continua a lavorare sul risiko bancario e il candidato favorito rimane UniCredit che prima dovrà però individuare un nuovo amministratore delegato.

Roberto Gualtieri in seduta congiunta davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera
 

Secondo quanto riportato dalla Reuters, ieri, in una riunione di maggioranza, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha chiarito ai deputati del Movimento 5 Stelle che non intende avallare gli emendamenti alla manovra per ridurre gli incentivi (Dta, deferred tax asset) alle aggregazioni societarie, pensati soprattutto con lo scopo di facilitare la privatizzazione di Mps.

Il Tesoro ha aperto solo ad una parziale riformulazione della norma che, senza modificarne la sostanza, pone le basi per un maggior coinvolgimento del Parlamento nel caso di aggregazioni societarie che sfruttino gli incentivi. La commissione Bilancio approverà la manovra in settimana.

@andreadeugeni

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