Economia
Nike e Adidas, fatturati in calo: alla gente piace meno lo sportswear
Diventa sempre più importante per le imprese dell'abbigliamento, e per ogni settore in generale, rafforzare la propria struttura patrimoniale attraverso fusioni
Nike e Adidas, fatturati in calo: alla gente piace meno lo sportswear
La revisione dei profitti di Nike ha introdotto una certa incertezza sulla futura performance dell'azienda e, più ampiamente, sull'intero settore dell'abbigliamento, coinvolgendo tutte le categorie dalla moda sportiva al lusso. Il gigante dell'abbigliamento sportivo, leader mondiale, che ha offerto 100 milioni di euro alla federazione calcistica tedesca per diventare sponsor principale ed esclusivo per l'abbigliamento, evidenzia quanto sia profonda la crisi che ha colpito uno dei settori più importanti. Questa crisi ha le sue radici in una riflessione profonda sulle abitudini di vestiario e, soprattutto, in tempi di restrizione economica come quelli attuali, segnati profondamente dall'incremento dei prezzi, con un evidente calo dell'interesse per l'abbigliamento tra i desideri prioritari di uomini e donne. Lo scrive Libero.
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Anche l'industria automobilistica ha subito una sorta di regresso, sia per quanto riguarda l'acquisto di automobili, sia per la mobilità in generale, con una decisa diminuzione delle preferenze soprattutto nella fascia d'età compresa tra i 25 e i 35 anni. Gli analisti delle principali società di consulenza hanno notato che le previsioni iniziali per il periodo 2024-2025 indicavano una crescita delle vendite e dei profitti, previsioni che Nike e altri grandi marchi dell'abbigliamento hanno dovuto rivedere al ribasso. Questo ridimensionamento delle aspettative sta portando a una correzione dei prezzi delle azioni delle aziende quotate, in base alle aspettative future, le quali non sono più allineate con le previsioni di marginalità precedentemente stabilite.
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In questo contesto, diventa sempre più importante per le imprese dell'abbigliamento, e per ogni settore in generale, rafforzare la propria struttura patrimoniale attraverso fusioni e acquisizioni, al fine di affrontare meglio il calo della domanda e investire per il suo recupero, sia in termini di design che di materiali, sempre più orientati verso prodotti eco-sostenibili con basso impatto ambientale.
È importante sottolineare quanto giganti come Nike e Adidas, nonostante le riduzioni degli obiettivi finanziari, continuino a ricevere valutazioni positive, indicando che la loro dimensione "grande" offre una garanzia di resilienza e potenziale espansione. Gli analisti rimangono fiduciosi sulle prospettive a lungo termine di queste aziende, anche se le previsioni a breve termine potrebbero essere influenzate dal calo delle vendite e da incertezze sul recupero dei ricavi.
Gli investitori e gli osservatori di mercato stanno monitorando attentamente le mosse strategiche e la salute finanziaria delle aziende quotate nel settore dell'abbigliamento, in un contesto di domanda sempre più dinamica e competitiva nel commercio al dettaglio, con la crescita dell'e-commerce e la diminuzione dei centri commerciali. L'andamento dei principali titoli del settore sarà influenzato non solo dai risultati finanziari, ma anche dalla capacità di affrontare nuove sfide e sfruttare opportunità emergenti.