Economia

Nomisma, lo studio choc: "Se la guerra andrà avanti fino a fine anno pil -2%"

Nomisma: "Se la guerra andrà avanti fino a dicembre 2022 il pil calerà del 2% nel 2023"

L’attuale andamento congiunturale è connotato da un clima di incertezza dato dalle estreme tensioni e incertezze generate dall’invasione russa in Ucraina, dalle pressioni sui prezzi di varie commodity e dai colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali. Tensioni che impattano sulla crescita dell’economia italiana: secondo lo scenario base l’andamento del pil italiano nel 2023 prevede una crescita nulla rispetto al 2022 che prevede un incremento annuo del +3,4%, già più che acquisito a metà anno. D’altra parte, secondo lo scenario avverso (ipotesi che il conflitto si estenda fino a Dicembre 2022) è prevista una decrescita negativa nell’economia italiana per il 2023 (-2,0%). E' quanto emerge dallo studio realizzato da Piessepi e Nomisma con il supporto di G.I.D.P. presentato in occasione dell’evento “Competenze e benessere organizzativo nella pubblica amministrazione e nelle aziende”.

In questo scenario deteriorato, le aziende stanno subendo in maniera trasversale l’impatto dell’inflazione spinta dal caro-energia, con un aumento della bolletta energetica che si attesta pari a 110 miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno. Anche i consumi risentono della spinta inflattiva con una perdita di potere di acquisto delle famiglie italiane pari a 2300 euro.