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Banca Ifis: utile netto consolidato in crescita a 127 milioni di euro

di Redazione Corporate

Geertman (Banca Ifis): "Confermiamo gli obiettivi finanziari del Piano Industriale 2022- 2024, proseguendo nel rafforzamento dello sviluppo commerciale"

Banca Ifis: l'utile netto consolidato cresce dell'1,5% a € 127 mln. Deliberata la distribuzione di un acconto sul dividendo 2024 di € 63 mln

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Ernesto Fürstenberg Fassio, ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2024. “I risultati del terzo trimestre ci consentono di avvicinare la fine del 2024 con fiducia e confermare la guidance di utile per l’esercizio corrente a 160 milioni di euro. In questo modo, confermiamo gli obiettivi finanziari del Piano Industriale 2022- 2024, proseguendo nel rafforzamento dello sviluppo commerciale, nell’accelerazione del processo di innovazione e digitalizzazione e nella prudente gestione del rischio di credito. Pur in un anno caratterizzato da incognite geopolitiche e macroeconomiche, la Banca ha continuato a rafforzare la già ampia gamma di prodotti e servizi al fine di accompagnare le piccole e medie imprese italiane nelle sfide di mercato", ha dichiarato Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis.

"Abbiamo inoltre continuato a implementare il nostro modello di social banking nella Divisione NPL, con processi finalizzati alla reinclusione finanziaria con un recupero sostenibile per i nostri clienti che sia coerente col percorso ideato dal nostro Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. La crescita dei ricavi, pari al 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, riflette la proattiva dinamica commerciale, la stabilità dei recuperi del business Npl e l’incremento dei risultati derivanti dall’attività in strumenti finanziari della finanza proprietaria che hanno consentito di controbilanciare l’aumento del costo della raccolta. Parallelamente, l’aumento della durata del portafoglio titoli ci ha consentito di ridurre i possibili impatti sul margine di interesse di futuri tagli dei tassi", ha continuato Geertman.

"Nei prossimi trimestri lo scenario macroeconomico dovrebbe risultare ancora positivo per il settore bancario, anche se caratterizzato da tassi in diminuzione, da un potenziale aumento della competizione nelle erogazioni ai clienti con rating più elevato e da un potenziale deterioramento della qualità dell’attivo conseguente all’andamento dell’economia europea. In questo contesto, da inizio anno la Banca ha avviato una serie di azioni volte a ridurre l’impatto di una possibile riduzione dei tassi di interesse mentre i possibili rischi sulla qualità dell’attivo sono mitigati dalla diversificazione del portafoglio, dalla breve durata dei crediti alla clientela, da solide garanzie a supporto delle esposizioni e dalla presenza di management overlays. Nei prossimi mesi", ha concluso il l'Amministratore Delegato di Banca Ifis. "la Banca completerà le ultime progettualità del Piano Industriale triennale, con particolare attenzione ai processi trasformativi in chiave digital e di trasformazione Esg del business”.

L’utile netto consolidato di pertinenza del Gruppo Banca Ifis è pari a 126,6 milioni di euro, in crescita dell’1,5% rispetto ai 124,7 milioni di euro dello stesso periodo del 2023. Sui risultati dei primi nove mesi 2024 hanno influito positivamente l’andamento del business commerciale e del Settore Npl, oltre che l’attività della finanza proprietaria.

Il margine di intermediazione, in crescita del 3,8% a 531,8 milioni di euro rispetto ai 512,4 milioni di euro dello stesso periodo del 2023, beneficia della crescita del Settore Commercial & Corporate Banking (+3,9%, pari a 10,2 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023), del positivo contributo del Settore Npl (+6,7%, pari a 13,5 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023), nonché dell’incremento dei risultati derivanti dall’attività della finanza proprietaria (+63%, pari a 17,4 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023). Tali valori più che compensano l’aumento del costo della raccolta.

Il costo del credito è pari a 28,9 milioni di euro, rispetto ai 30,9 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023, a conferma della prudente gestione del rischio di crediti degli ultimi trimestri. I costi operativi, pari a 299,7 milioni di euro (+5,9% rispetto ai 283,1 milioni di euro dello stesso periodo del 2023), aumentano per le maggiori spese del personale (127,2 milioni di euro rispetto a 120,5 milioni di euro dello stesso periodo del 2023), principalmente per la crescita del numero di dipendenti e del rinnovato CCNL oltre che per le maggiori altre spese amministrative (177,6 milioni di euro rispetto a 167,0 milioni di euro dello stesso periodo del 2023). 

La posizione di liquidità al 30 settembre 2024 è pari a circa 2,1 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR pari a circa 900%). Il CET1 è pari a 16,43% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il TCR è pari a 18,65% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile generato nei primi nove mesi del 2024 al netto del dividendo maturato.