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Iliad: le offerte riservate nel mercato della telefonia mobile ostacolano la trasparenza e l’innovazione

di Redazione Corporate

Levi (iliad): "Il settore delle telco in Italia ha bisogno, oggi più che mai, di tre cose: investimenti, innovazione, trasparenza"

Iliad, presentati due studi sul mercato della telefonia mobile italiana: focus su 'offerte riservate' che ostacolano la trasparenza e l’innovazione

Oggi, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, sono stati presentati due studi di rilievo sul mercato della telefonia mobile italiana, con un focus sulla pratica delle “offerte riservate”. Le ricerche, promosse da iliad e condotte da un gruppo di esperti accademici, analizzano le ripercussioni di questa pratica che penalizza tanto i consumatori quanto lo sviluppo del settore.

Lo studio “Dinamiche competitive del settore della telefonia mobile. Le offerte riservate”, realizzato dai professori Cesare Pozzi (Università di Foggia e Luiss), Domenico Lombardi (Luiss) e Davide Quaglione (Università di Chieti-Pescara), ha fornito un quadro esaustivo delle implicazioni economiche e concorrenziali delle offerte riservate. Successivamente, Alessandra Dragotto, Head of Market Research di SWG, ha presentato i risultati dell’indagine demoscopica “Le Offerte Riservate nel Mercato della Telefonia Mobile”, esplorando la percezione dei consumatori e le aspettative per il futuro.

Le “offerte riservate” sono una particolarità del mercato italiano, consistenti in promozioni accessibili solo agli ex-clienti che rientrano da operatori concorrenti. Questa pratica, diffusa tramite SMS, teleselling e canali secondari dei siti web, si pone al di fuori della pubblicità tradizionale e contribuisce a una corsa al ribasso dei prezzi che penalizza la sostenibilità dell’intero settore.

Secondo lo studio, le offerte riservate causano un’erosione dei ricavi di tutto il mercato, incentivando una concorrenza basata sul prezzo anziché sulla qualità e sui servizi. Tra il 2013 e il 2023, si è registrato un calo dei ricavi del 36,3%, anche a causa della diffusione di questa pratica. “Le offerte riservate deprimono gli investimenti, scoraggiano l’innovazione e sono tutto tranne che trasparenti. Ormai è chiaro che non c’è nessuna valida ragione per non vietarle definitivamente, e questo è il mio auspicio”, ha commentato Benedetto Levi, Amministratore Delegato di iliad.

Uno degli aspetti più critici delle offerte riservate è l’effetto sulla trasparenza e sulla comparabilità delle offerte agli occhi dei consumatori, che si trovano spesso in difficoltà nel navigare il mercato. La ricerca SWG ha rilevato che oltre il 70% degli italiani preferirebbe pagare di più per un servizio stabile e trasparente piuttosto che gestire offerte che, pur convenienti, possono essere soggette a condizioni poco chiare e frequenti rimodulazioni.

Dalla ricerca emerge chiaramente che le offerte riservate riducono la trasparenza di un settore già complesso e che sconta una importante crisi di fiducia, ostacolando altresì una concorrenza sana e informata”, ha dichiarato Alessandra Dragotto. “Le offerte riservate sono considerate, infatti, dalla maggioranza di intervistati ingiuste o ingannevoli perché creano importanti sbilanciamenti nel mercato determinando disparità di trattamento e avvantaggiando solo alcune categorie di utenti”.

Alla luce delle evidenze emerse, diversi esperti e rappresentanti istituzionali presenti all’evento hanno sottolineato l’urgenza di un intervento normativo che limiti o vieti le offerte riservate. Nonostante la Legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2022 abbia introdotto delle disposizioni, queste misure non sono sufficienti a contrastare il fenomeno, con il rischio di conseguenze gravi per la sostenibilità del settore.

Il settore delle telco in Italia ha bisogno, oggi più che mai, di tre cose: investimenti, innovazione, trasparenza”, ha affermato Levi. “Le ricerche presentate oggi dimostrano inequivocabilmente che le offerte riservate deprimono gli investimenti, scoraggiano l’innovazione, sono tutto tranne che trasparenti. Ormai è chiaro che non c’è nessuna valida ragione per non vietarle definitivamente, e questo è il mio auspicio”.

Anche il professor Cesare Pozzi ha rimarcato l’importanza di un approccio regolamentare per garantire uno sviluppo sostenibile del settore: “In un contesto di liberalizzazione le istituzioni pubbliche hanno la responsabilità di seguire nel tempo l’evoluzione dei relativi processi di mercato, anche intervenendo sul piano normativo. Lo studio dimostra che il fenomeno delle offerte riservate nel mercato italiano delle telecomunicazioni mobili ha un impatto rilevante e negativo, con il rischio concreto di comprometterne la sostenibilità a lungo termine”.