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Iren, Piano Industriale al 2030: previsti €10,5 mld di investimenti
Armani (Iren): "Oggi confermiamo e rafforziamo i nostri pilastri strategici: transizione ecologica, territorialità e qualità del servizio"
Iren, aggiornato il Piano Industriale al 2030: nei prossimi 8 anni investimenti per € 10,5 miliardi
Il Consiglio di Amministrazione di Iren ha approvato l’aggiornamento del Piano Industriale al 2030. Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo, ha dichiarato: "L’aggiornamento del piano strategico al 2030 conferma ancora una volta l’attenzione di Iren verso i territori e verso i suoi stakeholder. Il contesto energetico ci spinge a progettare il futuro tenendo presente tre componenti strategiche fondamentali: la sicurezza energetica, la competitività e, chiaramente, la sostenibilità, motore di ogni nostra singola azione. Iren nei prossimi 8 anni rafforzerà il proprio ruolo di partner di riferimento per il territorio e le pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di irrobustire la propria presenza nelle aree storiche e ampliare i confini verso nuove aree strategiche. Ogni azione di Iren continuerà ad essere supportata da alcuni razionali fondamentali, come ad esempio il recupero delle risorse e la decarbonizzazione, facendo leva anche su nuove tecnologie e progetti fortemente innovativi".
Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo, ha dichiarato: "Oggi, non solo confermiamo i pilastri strategici del piano, ovvero transizione ecologica, territorialità e qualità del servizio, ma siamo in grado di rafforzarli grazie ad un nuovo piano di investimenti di 10,5 miliardi di euro al 2030 (+200 milioni di euro rispetto a quanto previsto nel precedente piano per il periodo 2023-2030). Le comunità energetiche, l’eolico offshore ed un’ulteriore spinta all’espansione territoriale dei servizi in concessione per aiutare a superare il gap infrastrutturale del Paese sono i tratti distintivi di questo aggiornamento di Piano, che si traduce nel raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile gestita e una crescita dell’EBITDA a 1,9 miliardi di euro al 2030 prestando al contempo la massima attenzione al mantenimento del giudizio investment grade da parte delle agenzie di rating".
"Inoltre, abbiamo a disposizione un basket di 1,5 miliardi di euro di ulteriori investimenti già individuati in ambito servizio idrico e ambiente nel sud Italia, da attivare con partner finanziari. Allo stesso tempo, verrà valorizzato al massimo il capitale umano grazie anche all’assunzione di circa 3.200 nuovi lavoratori che entreranno nel perimetro del Gruppo", ha concluso Armani.
La strategia di crescita di Iren per i prossimi 8 anni continua ad essere coerente con i principali macro trend di settore, ovvero la decarbonizzazione e lo sviluppo delle rinnovabili, l’economia circolare, l’efficienza energetica e la salvaguardia delle risorse naturali. A differenza del precedente piano, però, in seguito agli eventi del 2022, il raggiungimento di molti macro-obiettivi ha richiesto un’accelerazione che si riflette in una rimodulazione temporale degli investimenti. In particolar modo l’indipendenza energetica, attraverso lo sviluppo di capacità rinnovabile, la salvaguardia delle risorse scarse, come l’acqua, e le misure necessarie a contrastare l’incremento dei prezzi delle bollette per i clienti sono diventate azioni prioritarie per un gruppo con l’ambizione di essere il partner di riferimento nel territorio e la prima scelta degli stakeholder per i massimi livelli di qualità del servizio offerto.
Si confermano pertanto i tre pilastri strategici del precedente piano: la transizione ecologica con una progressiva decarbonizzazione di tutte le attività e il rafforzamento della leadership nell’economia circolare e nell’utilizzo sostenibile delle risorse, la territorialità con un’estensione del perimetro nei territori di riferimento, la realizzazione delle comunità energetiche e la capacità di fare sistema con il territorio, mettendo a disposizione del Paese le proprie competenze, la qualità attraverso il miglioramento delle performance e la massimizzazione dei livelli di soddisfazione dei clienti/cittadini.
Una visione strategica fortemente sostenibile, con la definizione di target puntuali di medio e lungo termine, in linea con gli obiettivi europei del Sustainable Development Goals e validati dal Science Based Target Initiative. Gli impegni e i target ESG sono sviluppati secondo le linee guida della transizione ecologica e della centralità delle comunità e delle persone e sono articolati secondo 5 aree focus: decarbonizzazione, economia circolare, risorse idriche, città resilienti e persone.
Il nuovo piano industriale prevede un ammontare complessivo di investimenti lordi pari a 10,5 miliardi di euro con un leggero incremento di circa 200 milioni di euro rispetto a quanto previsto nel precedente piano per il periodo 2023-2030. Quasi il 60%, pari a circa 6,1 miliardi di euro, è composto da investimenti di sviluppo, destinati a favorire la crescita dimensionale del Gruppo, sono relativi prevalentemente allo sviluppo delle rinnovabili abbinate alla crescita del portafoglio clienti retail, di impianti di recupero di materia, all’estensione delle reti di teleriscaldamento e ai progetti delle comunità energetiche.
Gli investimenti per crescita esterna, pari al 12%, ovvero 1,2 miliardi di euro, sono destinati al consolidamento di società partecipate, alla partecipazione alle gare gas, del servizio idrico o della raccolta rifiuti in aree strategiche del Paese. Infine, il restante 30%, pari a circa 3,2 miliardi di euro, è destinato ad investimenti di mantenimento. Inoltre, il 70% degli investimenti cumulati sono destinati ai settori regolati o semi regolati, al fine di potenziare, ammodernare e digitalizzare i servizi a rete, con particolare focus sugli impianti di depurazione, di estendere il teleriscaldamento e di migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani con l’obiettivo di incrementare il recupero di materia in impianti propri.
L’80% degli investimenti organici (~75% per la Tassonomia Europea), pari a circa 7,5 miliardi di euro, sono indirizzati a progetti che concorrono al raggiungimento dei target di sostenibilità fissati, in particolar modo per supportare la resilienza delle città e per progetti di decarbonizzazione. E oltre 7 miliardi di euro (75% degli investimenti organici) sono ammissibili per la Tassonomia europea.
In aggiunta agli investimenti inseriti a piano, Iren ha a disposizione un portafoglio di ulteriori progetti chiaramente identificati dal valore di 1,5 miliardi di euro, in particolare nell’ambito del servizio idrico e del ciclo dei rifiuti nel sud Italia. La realizzazione di tali investimenti avverrà attraverso partnership finanziarie, senza il consolidamento degli assets da parte di Iren, ma sviluppando e gestendo gli impianti.
Si conferma l’impegno di Iren verso un’equilibrata struttura del capitale finalizzata al mantenimento del giudizio di investment grade da parte delle agenzie di rating (S&P e Fitch). Nonostante il significativo piano di investimenti e l’incremento atteso degli oneri finanziari, il profilo finanziario è previsto bilanciato in termini di PFN/Ebitda ratio che è atteso sempre inferiore alla soglia di 3,4x nell’orizzonte di piano. Il debito è atteso in incremento di 1,8 miliardi di euro rispetto al 2022, per effetto dei maggiori investimenti rispetto al piano precedente (+200 milioni di euro) e per i maggiori oneri finanziari. Il costo del debito, pari a 1,6% nel 2022 è previsto inferiore al 2% fino al 2024, mentre per i restanti anni di piano le attese sono di un costo medio del debito del 2,4%. Inoltre, a partire dal 2024 il 90% del debito sarà composto da strumenti di finanza sostenibile e ci si attende il raggiungimento del 100% entro fine piano.
Si conferma la dividend policy del precedente piano con un dividendo pari a 11€c/azione sull’utile netto 2022 e una crescita del 10% annua fino al 2025. Nella seconda parte di piano, il dividendo per azione sarà pari al 50/60% dell’utile netto di gruppo.
Il Piano Industriale prevede un sostanziale raddoppio dell’EBITDA con il raggiungimento di 1,87 miliardi di euro nel 2030. Il significativo incremento del margine operativo lordo è generato dal contributo positivo di tutti i settori di business. Il maggior supporto alla crescita è garantito dalle attività regolate e semi regolate, in particolare dal servizio idrico integrato e dall’incremento della capacità di trattamento e recupero dei rifiuti, dallo sviluppo delle rinnovabili e dallo sviluppo dei servizi di efficienza energetica e della base clienti energy.
Il piano d’investimenti prevede 3,6 miliardi di euro volti a incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi con una forte crescita della RAB, che raggiungerà quasi 5 miliardi di euro nel 2030. Il 59% degli investimenti destinati alle reti è indirizzato al servizio idrico integrato, per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete, lo sviluppo degli impianti di depurazione, la crescita inorganica tramite il consolidamento delle partecipazioni di minoranza e la partecipazione a gare idriche in ATO sinergici, anche nel Mezzogiorno.
Alla distribuzione del gas sono destinati il 21% degli investimenti delle reti, in particolare volti al mantenimento dell’infrastruttura attuale nei territori di riferimento, sostituendo le vecchie tubature con quelle di ultima generazione pronte ad accogliere miscele di idrogeno e allo sviluppo in aree strategiche tramite la partecipazione alle gare. Il 20% degli investimenti delle reti è destinato alla distribuzione elettrica per consentire l’evoluzione delle infrastrutture adeguandole a sostenere maggiori potenze data l’elettrificazione dei consumi, perseguendo in modo continuativo un’efficienza operativa, necessaria per fornire il miglior servizio a livelli accessibili ai cittadini. Inoltre, in aggiunta rispetto al precedente piano, si prevede l’utilizzo dei fondi del Repower EU per incrementare la resilienza delle reti elettriche. Gli investimenti e le sinergie previste permettono l’ottenimento di un EBITDA pari a 730 milioni di euro nel 2030 (+ 317 milioni di euro rispetto al 2022).
L’economia circolare si conferma la bussola del settore ambientale nel quale è previsto un piano d’investimenti di circa 2 miliardi di euro. Il 64% dei quali è destinato allo sviluppo delle filiere connesse alla raccolta urbana, tra cui l’espansione della capacità di trattamento e riciclo (Forsu, legno, carta e plastica) anche tramite partnership, al posizionamento su filiere emergenti (elettronica, tessile, batterie) e allo sviluppo di 2 impianti waste to energy per colmare il gap infrastrutturale locale nella gestione del rifiuto indifferenziato. Il 36% restante è indirizzato all’attività di raccolta per lo sviluppo territoriale, attraverso consolidamenti e gare, l’estensione del modello di tariffazione puntuale e un miglioramento della qualità del servizio attraverso l’adozione di processi automatizzati, la digitalizzazione e l’elettrificazione delle flotte. Tali investimenti consentono l’ottenimento di un EBITDA pari a 440 milioni di euro nel 2030 (+175 milioni di euro rispetto al 2022).
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di decarbonizzazione del parco generativo volto a mantenere la certificazione ESG Science Based Target, si arricchisce rispetto al precedente piano e prevede il raggiungimento di 3 GW di nuova capacità. Allo sviluppo di 2,2 GW di capacità fotovoltaica ed eolica onshore già previsto si aggiungono 0,4 GW di capacità eolica offshore in co-sviluppo e 0,4 GW di comunità energetiche. Inoltre, è previsto il rinnovo delle concessioni idroelettriche, lo sviluppo dello storage coerente con la crescita delle fonti rinnovabili, il completamento degli interventi di flessibilizzazione degli impianti cogenerativi e lo sviluppo del teleriscaldamento nel medio lungo termine. Infine, viene confermata la dismissione di asset di generazione termoelettrica non funzionali al teleriscaldamento dopo il 2026. A supporto di tali progetti sono previsti 2,8 miliardi di investimenti volti a supportare il raggiungimento di un EBITDA a fine piano pari a 450 milioni di euro (+134 milioni di euro rispetto al 2022).
L’impegno di Iren è volto ad incrementare il valore del cliente, grazie a maggiori consumi elettrici attesi e all’ulteriore spinta data dai servizi/prodotti di IrenPlus, e a ridurre il churn rate in seguito al miglioramento della qualità del servizio, e ad un ribilanciamento del mix di canali d’acquisizione, favorendo quelli diretti. A ciò si aggiunge lo sviluppo di 200 MW di comunità energetiche modello “venditore”. Questo modello prevede la vendita di pannelli solari e la fornitura di servizi relativi alla gestione dell'elettricità prodotta. Nel 2030 l’obiettivo è il raggiungimento di 2,6 milioni di clienti con focus principale su quelli elettrici, anche grazie alla completa liberalizzazione del mercato della maggior tutela. A supporto di tale impegno sono previsti 700 milioni di euro di investimenti che consentiranno l’ottenimento di un EBITDA pari a 210 milioni di euro (in crescita di 90 milioni di euro rispetto alla redditività standard della business unit).
Infine, 0,9 miliardi di euro di investimenti sono destinati all’espansione dei progetti di smart solutions, indirizzati per l’80% ad un portafoglio di servizi per la pubblica amministrazione (riqualificazione di servizi chiave per la valorizzazione dei distretti, gestione integrata di progetti complessi come servizi specifici di trasporto pubblico locale e servizi smart inerenti la sicurezza, i parcheggi) e per il restante 20% allo sviluppo di circa 200 MW di comunità energetiche “modello produttore”, ovvero mantenendo la proprietà dell’impianto e gestendo l’energia elettrica prodotta. Tale approccio consentirà l’ottenimento di un EBITDA pari a 40 milioni di euro.