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Italia 2021, rivoluzione verde e transizione ecologica: l’attuazione del PNRR

Italia 2021, Rivoluzione verde e transizione ecologica è stato oggi al centro del digital event “Italia 2021 - è tempo di ricostruire”

L’azione di rilancio del nostro Paese passa attraverso l’attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza che, in linea con l’Europa, intende non solo far fronte ai danni economici e sociali inferti dalla crisi pandemica, ma anche contribuire a recuperare i ritardi e le debolezze strutturali del nostro Paese.

Il tema Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica è stato oggi al centro del digital event “Italia 2021 - è tempo di ricostruire”, organizzato da PwC Italia in media partnership con Sky.

Si è parlato del futuro sostenibile come prospettiva globale e rifletteremo sulle opportunità che scienza e tecnica, messe al centro del disegno strategico, possono mettere in campo per realizzare una transizione ecologica concreta.   

Del Piano e delle prime ricadute attese sull’economia italiana se n’è parlato nell’appuntamento di oggi di Italia 2021, il ciclo di incontri organizzati da PwC Italia in media partnership con Sky.

Il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ne ha discusso questa mattina con Andrea Toselli, Presidente e AD PwC Italia e Alessandro Grandinetti, Partner e Markets Leader di PwC Italia.

Dal punto di vista aziendale è intervenuto Pierroberto Folgiero Group Chief Executive Officer & Managing Director di Maire Tecnimont che ha parlato di come i diversi comparti possono e devono avere un ruolo centrale nella ricostruzione.

Il ministro Cingolani ha sottolineato come: “L’obiettivo del PNRR è di 70 GW di potenza da rinnovabili, 8GW/anno contro gli 0.8GW di oggi, Dobbiamo portare l’Energia rinnovabile al 70% del totale entro il 2030. Il PNRR è un progetto gigantesco, serve un project management che ne verifichi la governance e l’attuazione. Sinora la PA non è stata brillante per puntualità e velocità. Ora è diverso c’è un ente che ci monitora a livello europeo. – precisando che - La Cabina di Regia stabilita da Draghi è formata da un Presidente, un gruppo di lavoro stabile e i Ministri di riferimento con i tecnici che vengono coinvolti in base al tema specifico. Credo all’idrogeno. Abbiamo programmato investimenti in linea con i Grandi Paesi. Ci sono dei business in cui l’idrogeno può cambiare molto la posta in gioco. Ad esempio, il passaggio di un forno da carbone a elettrico abbatte del 30% le emissioni, dobbiamo essere bravi a implementare 8GW/anno nei prossimi 9 anni. Ad ora il gas è l’unico elemento che abbiamo per stabilizzare le reti, in certi settore sostituire il carbone con il gas ci fa abbattere la CO2, il problema è non ritardare il passaggio poi successivo.”

“Bisognerà rafforzare il rapporto di fiducia tra pubblico e privato. IL PNRR ha un punto sulla formazione. Chi fa ricerca di base deve capire come creare nuovi percorsi per l’industria e viceversa.”

Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia ha aggiunto:La transizione ecologica è un gioco di squadra, un’opportunità di scala mondiale su cui non possiamo che operare in ottica cooperativa. PwC ha preso il proprio commitment per lo ZERO Net. Abbiamo 7.000 persone in Italia che si muovono, dobbiamo trovare idee.”

Italia 2021, rivoluzione verde e transizione ecologica. L’intervento di Pierroberto Folgiero (Maire Tecnimont)

Pierroberto Folgiero, Group Chief Executive Officer & Managing Director di Maire Tecnimont, ha spiegato il punto di vista di Maire Tecnimont nel suo intervento: “Ho visto scorrere tutti i temi caldi e ho sentito un motore, c’è tantissimo da fare e tantissimo da chiarire per ricreare fiducia negli imprenditori. Maire Tecnimont è un imprenditore di per sé, siamo 10mila persone lavoriamo in 50 paesi, quando si parla di tecnologia le cose che sogniamo le facciamo accadere. Lavoriamo per il 95% all’estero, siamo gli eredi di Montecatini Montedison, di Giulio Natta, l’inventore della chimica. Oggi ci siamo concentrati sull’Italia perché la transizione energetica è un’occasione formidabile. Come dicevo bisogna ricreare fiducia negli imprenditori, il sistema italiano delle infrastrutture ha bruciato moltissime aziende, gli imprenditori che hanno creduto nel modello italiano degli appalti hanno fatto si che ci rimettessero le aziende. Ma adesso bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno e credere nelle nuove misure di semplificazione la posta in palio è gigantesca e le condizioni ci sono. È chiaro che se un imprenditore cercasse dei buoni motivi per non investire in Italia avrebbe una lista lunghissima, adesso queste liste vanno cancellate. Noi, di lavoro, portiamo anche investitori stranieri in Italia, perché visto che siamo partner di grandi realizzatori di infrastrutture energetiche in giro per il mondo, abbiamo anche la capacità di attirare e ricreare le condizioni di fiducia di investimento in questa nazione.

C’è il tema delle regole che ha citato il ministro molto ben declinato, i colli di bottiglia sono il rapporto stato regioni, i ricorsi amministrativi (questo è un paese dove l’imprenditore che arriva secondo fa sempre ricorso) e poi il terzo collo di bottiglia che noi vediamo è che spesso l’ostacolo per la realizzazione di un grande impianto sono le comunità locali. È un problema che non si risolve con il decreto semplificazione, sta più alle aziende e agli imprenditori cominciare a comunicare con i territori che hanno già pagato l’effetto di siti industriali cominciando a creare delle soluzioni virtuose che attirino gli investimenti, facendo capire alle comunità locali che nonostante abbiano sofferto, la transizione energetica può portare investimenti a prova di futuro che funzionano per le maestranze, che funzionano come PiL, come posti di lavoro.

Bisogna cercare di far capire che se si fa un impianto che produce idrogeno, magari partendo dai rifiuti, poi la flotta di pullman di quella zona funziona poi con autobus a idrogeno; quindi cercare di capire cosa fa superare il NIMBY.

Quando si costruisce un nuovo impianto bisogna trovare il modo di far capire per tempo alle comunità locali perché quel pezzo di territorio deve avere una funzione di interesse generale.”

“Abbiamo lanciato questo progetto di innovazione cantierabile, quindi andare a utilizzare tecnologie mature in siti che hanno problemi di riconversione collegandoli all’economia circolare. La chimica verde significa rifare le molecole che conosciamo senza partire da idrocarburi. Questa è la grande vera sfida della transizione energetica. Se si riesce a collegare la chimica verde con l’economia circolare si trasforma l’Italia e la leadership dell’Italia. La nostra idea promossa in circa 10 progetti in Italia è proprio quello di utilizzare questi siti esistenti per accumulare le tecnologie della transizione energetica e creare un complesso industriale a prova di futuro.”

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