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Nomisma Data Hub: lo strumento che misura le capacità digitali delle famiglie

Nomisma Data Hub, presentato oggi lo strumento geolocalizzato che  misura le capacità digitali delle famiglie italiane.

Nasce DATA HUB, nuova soluzione di Nomisma Digital per misurare l’attitudine digitale degli italiani. L’indicatore sintetico di Nomisma identifica la Digital Attitude, geolocalizzando il dato a livello di sezione di censimento, restituendo una visione della propensione all’utilizzo di strumenti digitali negli acquisti e nei comportamenti collegati ai principali ambiti della vita quotidiani. Due focus di approfondimento: E-commerce e Digital Payments. Di questo e non solo si è parlato all’evento di Nomisma a cui hanno partecipato Coop Italia, Cortilia, The Data Appeal Company, Open Fiber, UniCredit, Cribis D&B e PayDo.

Tra le numerose incertezze e domande lasciate in eredità dall’anno appena concluso alla ricerca di nuovi punti fermi e sicurezze, la democratizzazione dell’attitudine digitale è sicuramente fra queste. Complici l’emergenza sanitaria da Covid-19 e le misure per il contenimento dei contagi che hanno imposto nuove abitudini e necessità, tutta la popolazione ha sperimentato un nuovo approccio alle esperienze digitali. Sono molte le attività che nel corso del 2020 sono migrate sul canale digitale.

Il 2020, ferma restando la sua drammaticità, ha gettato le basi per recuperare il ritardo di alfabetizzazione digitale che caratterizzava il Paese. Si amplia la internet user base, sono 8 su 10 gli italiani che oggi navigano il web e tra i web surfer di età compresa tra i 16 e i 64 anni aumenta il tempo medio di connessione che nel 2020 sfiora le 6,5 ore, 22 minuti in più rispetto al 2019 (fonte: We are Social, Digital World 2021).

La crescita di vendite di device digitali registrata nel primo semestre dell’anno racconta il primo passo compiuto dagli italiani verso il digital jump. I dati su quanto avvenuto in rete nel 2020 sono quasi storia: 17,5 milioni di SPiD erogate, 26 milioni di italiani che hanno effettuato almeno un acquisto online (fonte: Osservatorio The World After Lockdown, Nomisma-Crif). Un’accelerazione, quella digitale, che ha portato a cambiamenti strutturali in termini di comportamento, definendo un punto di non ritorno.

L’attitudine ad adottare comportamenti digitali non è però ancora immune al fenomeno di “digital divide”; risente infatti di molteplici fattori – dal reddito all’età, considerando anche elementi di contesto ambientale. È alla luce di queste considerazioni, che nasce DATA HUB Nomisma Digital, lo strumento rivolto a imprese e amministrazioni pubbliche che ricostruisce l’identikit in funzione di specifici comportamenti digitali, con focus dedicati all’eCommerce (medio alto il livello dell’eCommerce Attitude Index per il 67% della popolazione), all’online banking e ai pagamenti digitali (medio alto il livello del Banking e Digital Payment Attitude Index per il 68% della popolazione).

L’attitudine digitale è più elevata nelle aree più centrali della città, per esempio a Milano nelle aree del centro storico e Porta Genova. La lente di ingrandimento di DATA HUB evidenzia differenti dinamiche nei diversi ambiti della digitalizzazione. Se per l’eCommerce non si riscontrano sostanziali differenze di genere, queste esistono quando si tratta dell’utilizzo di mezzi di pagamento digitale, preferiti in questo caso dagli uomini (42% vs 32% per le donne), con una quota di soggetti attivi soprattutto nella fascia 35-49 anni.

DATA HUB Nomisma nasce dall’integrazione di differenti fonti e strumenti e si concretizza nella possibilità individuare a livello di micro-territorio l’attitudine digitale.

Come ha dichiarato Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma nell’intervento introduttivo: “Questo strumento ben sintetizza il cambiamento degli stili di vita, in particolare il peso che la tecnologia ha assunto nelle nostre vite. La pandemia è stato uno strumento di accelerazione, il 70% degli italiani nel 2020 ha effettuato almeno un acquisto online. Questo determina cambiamenti strutturali nella modalità di fruizione dei servizi e nella gestione degli spazi fisici. A penalizzare il nostro paese nei termini di penetrazione degli strumenti digitali non è la disponibilità delle infrastrutture quanto la propensione all’utilizzo. È utile ricordare due dati: a fronte di un numero di POS per mille abitanti quasi doppio rispetto alla media europea 59 contro 33, vantiamo un numero di transazioni pro capite pari al 40% della media continentale (77 contro i 177) nonostante la crescita degli ultimi 5 anni (dal 2015 al 2019). Proprio per misurare l’attitudine digitale degli italiani abbiamo creato questa iniziativa che si chiama Data Hub che è uno strumento che intende restituire una rappresentazione della propensione dell’utilizzo degli strumenti digitali negli acquisti e nei comportamenti quotidiani. Tra i tanti fenomeni che il 2020 ci lascia in eredità, prevalentemente fenomeni drammatici – conclude Dondi credo vada ricordato comunque un aspetto positivo che è il recupero del livello di alfabetizzazione digitale che il nostro paese ha registrato sebbene esiste ancora un evidente digital divide che è influenzato da diversi fattori come il reddito, l’età, il titolo di studi e altri fattori di carattere ambientale. Proprio sulla base di questo presupposto di diversità nasce l’esigenza che ci ha spinti a caratterizzare microterritorialmente l’attitudine digitale della popolazione italiana”

Nomisma Data Hub: l’intervento di Remo Taricani (Unicredit): "dobbiamo essere bravi a far si che il digitale sia un’infrastruttura aggiuntiva"

Remo Taricani, Co-CEO Commercial Banking Italy Unicredit, ha parlato così nel suo intervento: “Confermo i trend che sono venuti fuori dalla ricerca. C’è stata un’accelerazione fortissima di trend che già erano in atto, dal punto di vista delle transazioni bancarie è un percorso che in Unicredit è cominciato 15 anni fa e già oggi siamo nella situazione in cui soltanto il 2% delle nostre transazioni sono assistite da quello che una volta si chiamava “cassiere”. Il 98% era già migrato su canali alternativi, quello che è avvenuto, soprattutto nel primo lockdown, per esempio prendendo il numero di transazioni fatte allo sportello con una proxy della gente che entrava in filiale c’è stato un brusco ma attendibile calo del 70% immediato; quando sono state aperte tutte le filiali nel territorio questo valore non è più tornato alla normalità pre pandemica. Questo trend ci ha incuriosito e se volete spaventato, ma non è diminuito il contatto con i nostri clienti, è passata per altri canali. Il primo dato che abbiamo riscontrato è stato un incremento significativo delle interazioni telefoniche con i nostri clienti, che si sono triplicate, sia per canale telefonico che anche per chat, e videochat. Ci siamo trovati a interagire con i clienti con dei canali che mesi prima ritenevamo molto di nicchia. La pandemia ha accelerato anche questi cambiamenti. Poi era logico attendersi un’esplosione dei canali digitali: in sei mesi abbiamo fatto +1milione di clienti attivi sulla nostra app mobile, che normalmente avremmo fatto in 4 anni, con un incremento delle transazioni a due cifre su tutti i canali e della frequenza di contatto e interazione con la banca. Mediamente avevamo circa 10 log in al mese, oggi siamo a 19. Questi canali diventano la vetrina della banca, con quasi un accesso ogni giorno lavorativo, mentre prima in filiale ci si andava 3 o 4 volte l’anno. È cambiato il paradigma di relazione tra banca e cliente e questa accelerazione non è reversibile ci saranno dei cambiamenti strutturali che perdureranno anche dopo l’uscita da questa fase. Ma se dovessimo analizzare i nostri 8milioni di clienti secondo dei parametri socio-economici alcuni trend vengono confermati in maniera molto forte, abbiamo quasi l’80% dei giovani che sono utilizzatori attivi della mobile banking app per i quali non è più necessario venire in banca, perché l’app sta diventando anche un’area di scambio di consulenza con il banker di riferimento. Questo percentuale crolla sugli over 70 abbiamo una penetrazione che non arriva nemmeno al 10%. Teniamo conto che quella è una fetta ancora molto importante della nostra customers base.

La difficoltà – conclude Taricani nella riprogettazione è non escludere nessuno e portarsi dietro tutti in questo grande cambiamento. Dobbiamo prendere atto di questa accelerazione e riprogettare una nuova modalità di servizio per i nostri clienti in cui il digitale non deve mai diventare qualcosa che disintermedia la relazione umana, né qualcosa che può essere confuso con una modalità self. Nel banking l’accesso a una relazione umana è e rimarrà fondamentale. Dobbiamo essere bravi a far si che il digitale sia un’infrastruttura aggiuntiva a servizio dei nostri banker sul territorio per poter intensificare i rapporti con i clienti”

Nomisma Data Hub: le dichiarazioni di Domenico Dichiarante (Open Fiber): "c'è un maggiore interesse degli italiani nell’attivare una linea fissa e un aumento del traffico"

Domenico Dichiarante, Responsabile Marketing Operativo Open Fiber, ha dichiarato: “Open Fiber è un operatore infrastrutturale che sta realizzando la più grande rete in fibra ottica in Italia, è un operatore che non vende ai clienti finale ma vende i servizi agli altri operatori di telecomunicazioni che stanno utilizzando la nostra rete. Il nostro piano prevede una copertura di circa 20 milioni di unità immobiliari in Italia, con due progetti, uno sulle grandi città l’altro sulle cosiddette aree bianche. Abbiamo visto l’effetto del lockdown sotto tanti punti di vista: sicuramente c’è stato da un lato maggiore interesse nell’attivare una linea fissa e dall’altro l’aumento del traffico, basti pensare che un’utenza da casa genera più di 200 GB al mese mentre un anno fa eravamo a poco meno della metà, con un trend che si è sviluppato in tutte le fasce orarie: sia in orario lavorativo grazie allo smart working sia e soprattutto nelle fasce serali dove lo streaming ha dato una spinta eccezionale. La rete ha retto ed è riuscita anche a gestire questo aumento di traffico che si è mosso in maniera indistinta dal nord al sud, sia nei piccoli che nei grandi centri. L’infrastruttura è la base di quello che poi è lo sviluppo digitale, ma, sebbene l’Italia abbia recuperato il gap dal punto di vista infrastrutturale resta un gap dal punto di vista dell’utilizzo. Per esempio se guardiamo alla Francia che ha circa 25 milioni di famiglie contro i 24 milioni in Italia, in Francia ci sono circa 24 milioni di linee fisse, quindi quasi una per famiglia, in Italia siamo a circa 17/18 milioni. Sicuramente l’Italia ha le sue peculiarità in termini sia anagrafici che territoriali però quello che è successo durante la pandemia ha accelerato un trend già in atto evidenziando che questi strumenti sono anche semplici. Per me la semplicità è un tema fondamentale affinché i cittadini e le imprese possano utilizzare questi strumenti. Il tema essenziale è che per fare tutto questo bisogna investire sulle competenze digitali

 

 

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