Corporate - Il giornale delle imprese

Poste Italiane, un modello di emancipazione femminile e inclusione sul lavoro

Già dal 1865 le donne iniziarono a ricoprire ruoli come impiegate, portalettere e responsabili di uffici postali, dapprima nelle aree rurali e poi anche nelle città

di Redazione Corporate

Poste Italiane, una storia di emancipazione femminile: dal primo ingresso nel lavoro alla leadership inclusiva

Il referendum del 1946 segnò un momento storico per l'Italia, non solo con l'istituzione della Repubblica, ma anche per l'emancipazione femminile, grazie al riconoscimento del diritto di voto alle donne. In questo contesto di progresso sociale, Poste Italiane ha avuto un ruolo pionieristico nell'inserimento delle donne nel mondo del lavoro.

L'accesso delle donne a Poste Italiane risale al 1863, con le prime assunzioni come ausiliarie telegrafiste. Già dal 1865 le donne iniziarono a ricoprire ruoli come impiegate, portalettere e responsabili di uffici postali, dapprima nelle aree rurali e poi anche nelle città. Sebbene inizialmente ci fossero restrizioni, come l'obbligo di essere nubili, il numero di lavoratrici crebbe progressivamente, anche dopo l'abolizione di tali vincoli alla fine dell’Ottocento.

Le donne divennero una risorsa insostituibile, specialmente nel settore telegrafico, dove operavano in ambienti separati dagli uomini. Un esempio significativo è quello di Matilde Serao, che tra il 1874 e il 1877 lavorò come telegrafista presso le Poste centrali di Napoli, esperienza che ispirò la sua novella "Telegrafi dello Stato – sezione femminile". Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, le donne sostituirono gli uomini impegnati al fronte, assumendo ruoli di responsabilità che mantennero anche dopo la fine dei conflitti. Nel 1919 venne abolita l'autorizzazione maritale per il lavoro femminile, consolidando ulteriormente la loro presenza nell'azienda. Dagli anni Cinquanta, le donne iniziarono a ricoprire posizioni sempre più elevate all'interno di Poste Italiane.

Attualmente, le donne rappresentano il 54% della forza lavoro di Poste Italiane. Il 46% dei quadri e dei dirigenti è composto da donne, così come il 64% degli specialisti consulenti finanziari e circa il 60% dei direttori dei quasi 13.000 uffici postali.

L'equilibrio di genere in Poste Italiane non si misura solo con i numeri, ma anche con l'adozione di politiche concrete per creare un ambiente di lavoro inclusivo. L'azienda promuove la cultura dell'inclusione attraverso iniziative dedicate alla salute, alla sicurezza sul lavoro, al supporto alla genitorialità e alla formazione continua. Strumenti di lavoro moderni e flessibili permettono un migliore bilanciamento tra vita lavorativa e privata.

Poste Italiane ha implementato diverse politiche a sostegno delle lavoratrici, come la "Politica di Sostegno alla Genitorialità Attiva", che incentiva la partecipazione dei padri e offre percorsi di sviluppo personale e professionale. Il progetto "Mums at Work" aiuta le neomamme nel rientro al lavoro attraverso coaching dedicati, mentre il programma "Poste Lifeed Genitori" valorizza le competenze acquisite nel ruolo di genitori anche in ambito aziendale. L'azienda garantisce inoltre trattamenti economici migliorativi rispetto a quelli previsti dalla legge per il congedo di maternità e paternità.

Poste Italiane ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo impegno nella promozione della parità di genere. È stata la prima azienda del settore assicurativo del FTSE MIB e la più grande per numero di dipendenti a ottenere la certificazione "Equal-Salary", che attesta l'equità retributiva tra uomini e donne. L'azienda fa parte del Gender-Equality Index (GEI), il principale indice internazionale che valuta la qualità delle iniziative aziendali per l'inclusione e la parità di genere.