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Rigenerazione Italia: un dialogo sulla rigenerazione urbana nel bel paese
Catella (COIMA): “Rigenerazione è rifunzionalizzare l’esistente. Abbiamo la capacità di progettare e attuare, bisogna mettersi al lavoro”
COIMA, la rigenerazione urbana passa attraverso smart city, digitalizzazione e lavoro
Rigenerazione urbana, smart city e digitalizzazione: queste alcune delle tematiche affrontate oggi nell’evento digitale “Rigenerazione Italia” organizzato da COIMA. Il dibattito è stato diviso in due momenti: il primo, un confronto sulla rigenerazione urbana in Italia, ha visto Mario Calabresi, giornalista e scrittore, dialogare con l’architetto Renzo Piano, con Francesca Bria, presidente di CDP Venture Capital, Pietro Salini, CEO di Webuild, e con Manfredi Catella, founder e CEO di COIMA, che ha anche aperto i lavori.
La seconda parte, intitolata “L’eredità e l’impegno di COIMA in sostenibilità, innovazione e digitalizzazione”, è stata curata dal management di COIMA rappresentato da Gabriele Bonfiglioli, Chief Investment Officer, Filippo Carbonari, General Manager, Manfredi Catella, Founder & CEO, Giulia Niccolai, Director Organization, Matteo Ravà, Head of Fund & Asset Management, Kelly Russell Catella, Head of Sustainability & Communication, Vincenzo Tortis, Chief Information & Digital Transformation.
Manfredi Catella, fondatore e AD di COIMA, ha introdotto così il dibattito: “La pandemia che stiamo vivendo ha avuto tante conseguenze ma alcune anche positive. In particolare mi riferisco a un’Europa che si è unita nell’esprimere una visione, sintetizzata nell’European Green Deal, che si è sviluppata attraverso tre grandi linee guida: ambientali, sociali e di digitalizzazione. Da questa visione è conseguita una finanza pubblica importante con il Next Generation EU, che sta avviando un programma di riforme e rigenerazione molto importante e che avrà bisogno di capitali anche privati per ampliare l’impatto. Un terzo elemento derivato dalla pandemia è un governo autorevole per il nostro Paese, riconosciuto a livello internazionale, che certamente è determinante per il futuro. Abbiamo davanti un futuro importante e impegnativo, dove la scelta dei progetti e la capacità di attuarli, anche con un approccio industriale, diventa determinante”.
Mario Calabresi ha poi passato la parola a Renzo Piano, il quale ha ricordato due idee fondamentali nell'ambito della rigenerazione urbana: l’idea di rammendo scientifico, ovvero l’arte di connettere la città e la campagna, e l’idea di città diffusa insita nel modello urbanistico europeo.
Francesca Bria, presidente di CDP Venture Capital e fino allo scorso anno Chief technology officer del comune di Barcellona, ha invece posto l’attenzione sul tema della smart city e dell’innovazione digitale: “Le città sono assolutamente strategiche per ripensare una direzione del nostro futuro che va verso una neutralità climatica e una digitalizzazione sostenibile che mette al centro anche l'abbattimento delle fratture e delle disuguaglianze sociali. In questo senso le città possono diventare uno straordinario laboratorio di innovazione democratica e sostenibile, perché in prossimità con quelli che sono i problemi concreti dei cittadini. Non dobbiamo cadere nella trappola di immaginare la smart city come una città con più tecnologia. In realtà smart city significa essere capace di progettare il futuro coinvolgendo le comunità e i cittadini e soprattutto dando una direzione dalla tecnologia; non partire quindi dalla tecnologia, ma dai problemi concreti che si vogliono risolvere come mobilità sostenibile, cambiamento climatico e inquinamento. La partecipazione democratica dei cittadini è necessaria per definire come affrontare queste sfide. Dobbiamo fare in modo che le infrastrutture, quelle fisiche ma anche quelle immateriali, diventino un grosso strumento al servizio della trasformazione delle nostre città e dei nostri servizi. L’italia ha una grossa sfida dal punto di vista infrastrutturale: banda larga come diritto fondamentale per tutti, cloud computing, 5G, intelligenza artificiale e dati, che sono la materia prima dell’economia digitale e che se messi a disposizione dei cittadini e gestiti come infrastruttura pubblica, naturalmente rispettando la privacy e i diritti fondamentali delle persone, possono generare anche nuova economia e un’innovazione molto forte dei servizi urbani”.
Secondo Pietro Salini, CEO di Webuild, ripartire dal lavoro è la chiave per affrontare la rigenerazione urbana: “ L’Italia ha bisogno di molti progetti perché negli ultimi 10 anni ha investito pochissimo nelle proprie infrastrutture. Al primo posto metterei la manutenzione di quello che abbiamo perché sono tutte opere costruite negli anni 50, momento nel quale si scoprì il calcestruzzo armato. Si pensava che il calcestruzzo fosse eterno; in realtà non lo è, dura meno di 50 anni e oggi tutte le nostre più grandi infrastrutture hanno più di 50 anni. Il secondo grande tema è la mobilità sostenibile. Rispetto alla grandi città europee gli italiani si spostano con i mezzi privati per la maggior parte perché non c’è una rete metropolitana capace ed efficiente, e per questo dobbiamo investire anche su quello. Noi siamo un’azienda sostenibile, la scelta ambientale non può avere un freno, è importante per il pianeta nel suo complesso e per la qualità della vita. Ma quando io rifletto da imprenditore e vedo la mancanza di lavoro nel nostro paese, penso che non si possa non partire dalle persone e poi fare tutto il resto. Le città sono non solo dei luoghi di socialità, ma sono soprattutto dei luoghi dove si produce, sono plasmate da questo. Questo modificare il lavoro e cercare la mission di ogni città è un tema importantissimo che potrebbe servirsi della tecnologia e dalle infrastrutture per modificare la vita delle persone e le città”.
Per chiudere la prima parte dell’evento, Manfredi Catella ha aggiunto: “È vero che le città sono delle organizzazioni con una finalità utilitaristica fondamentalmente basata sul lavoro, però l’esperienza che abbiamo vissuto durante la pandemia ci deve far riflettere, perché le città nascono anche per l’interazione sociale. Abbiamo una grandissima opportunità che va colta a livello nazionale, la priorità non è Milano, ma il Centro Sud e Roma. Rigenerazione è densificare le città, convertire tutto quello che abbiamo e che oggi in gran parte non serve più, vecchie fabbriche, vecchie manifatture, il patrimonio immobiliare della pubblica amministrazione che potrebbe essere meglio sfruttato. Se solo noi ci efficentassimo come paese, libereremmo molti edifici che potrebbero essere rifunzionalizzati. Il tema non è allargarci ma rifunzionalizzare l’esistente. Abbiamo la capacità di progettare e attuare, bisogna mettersi al lavoro!”.