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Srm, trasporto via mare sempre più strategico per la crescita del Mezzogiorno
Il Covid fa calare del 10% il traffico merci in Italia, il Mezzogiorno resiste con -3%. Zes e Recovery Fund per la crescita dei porti e attrarre investimenti
Il Covid si riflette anche sulla movimentazione delle merci che viaggiano via mare. Il calo non è tuttavia omogeneo: mentre il traffico merci in Italia cala del 10%, il Mezzogiorno perde solo il 3%, confermando il peso del 47% sul traffico merci nazionale. E nel 2020 con un valore del 92% la Sardegna resta la regione con la più alta modalità marittima, seguita dalla Sicilia con il 79%, dalla Liguria con il 63%, dal Molise con il 44%,da Puglia e Campania con il 41%. Con oltre 18mila imprese logistiche legate alle attività marittime, la Lombardia supera di gran lunga la Campania (11,7mila imprese) e l’Emilia Romagna (poco meno di 11mila). Seguono Veneto e Lazio con oltre 10mila).
Da qui l’importanza del trasporto via mare e delle Zone economiche speciali nel Mezzogiorno, intese come strumento di sviluppo territoriale e trait d’union tra i porti e le filiere del manifatturiero di alta qualità. Lo ha sottolineato Alessandro Panaro, responsabile del settore Maritime&Energy di Srm, centro studi legato ad Intesa Sanpaolo, al webinar sulle sfide del sistema logistico nel Mezzogiorno promosso da Confetra. Panaro ha affermato che le Zes, una volta a regime, possono diventare le leve per l’attrazione dei flussi provenienti dal Mediterraneo e “pivot di uno sviluppo di tutto il Paese”. Tenuto conto soprattutto che ogni 100 euro d’investimenti al Sud attivano una domanda di 54 euro nel Centro Nord e di 46 euro nel Mezzogiorno. In proposito, ha ricordato che il modello italiano prevede per le imprese agevolazioni statali rappresentate da un credito d’imposta fino a 50milioni di euro per investimento, oltre alle condizioni favorevoli d’accesso al credito e alle agevolazioni regionali ed alle semplificazioni amministrative e burocratiche. Panaro ha citato l’esempio di zona franca doganale interclusa di Taranto che consentirà di avere aree dove le merci provenienti dalle aree extra Ue potranno essere esenti da Iva e dazi doganali, oltre a favorire lo stoccaggio delle merci stimolando il fenomeno del ri-export attirando imprese che hanno questa esigenza.
Di qui il ruolo del Recovery Fund che, ha sottolineato il rappresentante di Srm, “può e dev’essere giocato con queste chiavi di riferimento oltre che a quelle per la realizzazione di quelle infrastrutture materiali strategiche in grado di attrarre investimenti esteri”.