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Terna: con Rse e Arera per la resilienza del sistema elettrico nazionale

Presentato il Piano di resilienza della rete elettrica. L’obiettivo è incrementare la sicurezza delle infrastrutture esposte a fenomeni climatici estremi

Terna con Rse e Arera ha presentato la metodologia per il Piano di Resilienza, per incrementare l’affidabilità della rete di trasmissione nazionale.

Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, Rse, società per lo sviluppo di attività di ricerca nel settore energetico, e Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, hanno presentato oggi nel corso di un webinar pubblico la nuova metodologia per il Piano di Resilienza della rete di elettrica nazionale, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza, l’affidabilità e la sostenibilità delle infrastrutture energetiche strategiche per il Paese, esposte frequentemente a fenomeni climatici estremi sempre più intensi ed estesi.

A livello globale negli ultimi 40 anni sono triplicati gli eventi naturali considerati rilevanti: anche in Italia si è assistito a un importante aumento dei fenomeni meteorologici severi, con impatti spesso catastrofici, che hanno interessato la rete di trasmissione nazionale. E così, coerentemente con le indicazioni dell’Arera espresse nella Delibera 64/2021, Terna ha avviato per la prima volta una consultazione - aperta fino al 13 maggio 2021 - volta a raccogliere pareri su una metodologia innovativa per la stima degli indicatori di resilienza al fine di individuare gli interventi utili a minimizzare la vulnerabilità delle infrastrutture sottoposte agli eventi climatici estremi a beneficio della sicurezza del servizio elettrico e del territorio per imprese e cittadini.

La nuova metodologia, frutto di un anno di lavoro, definisce i criteri attraverso i quali identificare gli interventi finalizzati all’incremento della robustezza e della resilienza della rete di trasmissione elettrica dei prossimi anni, ed è stata introdotta e illustrata da Stefano Saglia e Luca Lo Schiavo, rispettivamente membro del Collegio e Vicedirettore direzione infrastrutture energia e unbundling dell’Arera, Francesco Del Pizzo, Responsabile Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, Maurizio Delfanti, Amministratore Delegato di Rse. Ai lavori hanno partecipato anche Marilena Barbaro, Dirigente Regolamentazione infrastrutture energetiche del Ministero della Transizione Ecologica, e Gilberto Dialuce, ex Direttore Generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del Ministero della Transizione Ecologica.

Nello specifico, lo studio coordinato da Terna e Rse si compone di 3 principali linee guida – che analizzano la frequenza e l’estensione degli eventi climatici estremi, il loro impatto sulle infrastrutture di rete e un’analisi della tipologia di asset interessati – e individua una serie di interventi specifici per minimizzare il rischio di interruzione del servizio elettrico. Tra gli interventi principali ci sono azioni preventive per diminuire l'esposizione degli impianti a eventi meteorologici severi; soluzioni per ridurre il tempo di ripristino degli asset a seguito di disservizi; attività di monitoraggio predittive per anticipare situazioni meteo critiche con impatto sulle reti. Terna ha già pianificato la realizzazione di nuove linee in cavo interrato, il potenziamento, l’interramento o il rifacimento a seconda delle esigenze di elettrodotti esistenti, interventi puntuali di mitigazione del rischio, come per esempio l’installazione di dispositivi anti-rotazionali per prevenire la formazione dei cosiddetti manicotti di ghiaccio sui conduttori, l’implementazione di piani di emergenza con strumenti e attrezzature a supporto del ripristino del servizio, quali mezzi speciali e gruppi elettrogeni. Infine, modelli previsionali per un sempre più dettagliato e preciso monitoraggio delle infrastrutture tramite l’utilizzo di innovativi sensori, IoT e analisi dei big data.

Lo studio è il risultato di un approccio ad ampio spettro che ha consentito a Terna e Rse di analizzare e definire le curve di vulnerabilità delle infrastrutture – ovvero stime della probabilità di rottura dei componenti a sollecitazioni dirette ed indirette – partendo dalla mappatura della rete e individuando le porzioni a maggior rischio per effetto di vento forte, ghiaccio e neve. Infine, correlazioni meteo storiche hanno permesso di valutare con maggiore accuratezza la probabilità delle contingenze multiple tenendo conto dei cambiamenti climatici: in questo modo è stato possibile identificare le aree del territorio più a rischio di guasti a fronte di eventi meteo avversi e individuare le zone a maggior priorità di intervento.