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Transizione Verde. Starace: “Il cambiamento è fondamentale per sopravvivere”
Starace (AD di Enel): “Tutti noi cambiamo, così come l’economia. Dobbiamo avere il coraggio di accompagnare questo cambiamento fino in fondo”
Seminario estivo di Symbola, Transizione Verde e gusto del futuro: al centro la sostenibilità ambientale delle aziende
Ritorna il Seminario estivo di Symbola, che quest’anno mette al centro la transizione verde e le sfide di un mondo che cambia, soprattutto alla luce dell’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano da parte dell’Europa, con un occhio di riguardo al mondo imprenditoriale.
Se ne è discusso questa mattina nel corso dell’incontro “Transizione Verde e gusto del futuro. Da soli non si può”, incontro cruciale per la XIX edizione del Seminario, che ha visto ospiti il Commissario Europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il presidente Fondazione Symbola Ermete Realacci, l’amministratore delegato e Direttore generale di Enel Francesco Starace, il Ministro della Transizione Ecologia Roberto Cingolani, la Presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza e la Presidente giovani Ance Regina De Albertis. I lavori sono stati introdotti da Gino Sabatini, Presidente Camera di Commercio delle Marche, e moderati dalla giornalista Tessa Gelisio.
"Per cogliere a pieno la straordinaria occasione della transizione verde abbiamo bisogno di un Paese unito", è stato detto nel corso della mattina. E per farlo è necessario partire dai punti di forza tipicamente italiani. Punti di forza che è possibile scorgere nei dati dei rapporti resi pubblici dalla Fondazione Symbola e Unioncamere. I numeri parlano chiaro: sono oltre 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi che hanno investito negli ultimi 5 anni in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola, vale a dire il 37% del manifatturiero. Sono già oggi 3,1 milioni di green jobs: il 13,4 % degli occupati.
Nonostante la crisi sanitaria, molte delle imprese italiane prese in analisi non hanno rinunciato a scommettere sulla sostenibilità ambientale. Alcune hanno addirittura deciso di alzare la posta con l'obiettivo di risultare ancora più competitive e resilienti, e il loro lavoro spinge l’Italia su nuove vette della sostenibilità. In una settimana in cui l'espressione "campione europeo" in Italia assume tutto un altro significato, è bello sottolineare come il nostro Paese si distingua anche al di fuori del contesto sportivo. Ad oggi, infatti, siamo campioni europei nell’economia circolare e nell’efficienza dell’uso delle risorse. L’Italia, secondo i dati Eurostat, è in assoluto il Paese in Europa con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, che ammonta al 79%, il doppio rispetto alla media europea - ferma al 39% - e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi, come ad esempio la Germania che tocca la quota del 43%. Complessivamente, il recupero di materiali nell’economia italiana comporta un risparmio pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di valori equivalenti al 14,6 % della domanda interna di energia e al 14,8% delle emissioni climalteranti riferite al 2018.
“Il Next Generation EU e quindi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono cruciali per affrontare la crisi e costruire un futuro migliore per l’Italia e per l’Europa”, ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “E la transizione verde è il suo cuore insieme alla coesione e al digitale. Come afferma infatti il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento, 'affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro'. Non c’è ancora nella politica e nell’informazione un’adeguata percezione della posta in gioco. Per affrontare questa sfida è necessario non lasciare indietro nessuno, non lasciare solo nessuno e partire dal coinvolgimento delle migliori energie disponibili nella società, nell’economia, nelle istituzioni, nei saperi, nella cultura. Possiamo farcela, con un impegno comune, perché non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. Abbiamo grandi problemi, ma non siamo sul tetto d’Europa solo nel calcio. Anche nella sostenibilità ci sono punti di forza su cui puntare: siamo ad esempio primi nel recupero di materiali”.
“Chiediamo ad alcune aziende di cambiare modello di business, perché non tutti i modelli di business sono eterni e adesso servono delle scelte, a volte anche un po’ dolorose”, ha dichiarato Francesco Starace, Amministratore delegato e Direttore generale di Enel, parlando di sostenibilità e transizione verde a livello aziendale. “Noi di Enel le abbiamo fatte e continuiamo a farlo. Non è bello chiudere centrali, è sempre un trauma chiudere un sito produttivo che va avanti da decenni, però bisogna andare avanti. Non sono funerali ma delle rinascite, il cambiamento è fondamentale per sopravvivere. Tutti noi cambiamo e quindi anche l’economia cambia, e dobbiamo avere il coraggio di accompagnare questo cambiamento fino in fondo. Se non lo facessimo il cambiamento arriverebbe comunque, ma ci investirebbe in maniera turbolenta”.
In materia di idrogeno verde, Starace ha poi aggiunto: “Lo sforzo adesso è usare bene i fondi per rendere questa tecnologia competitiva e di conseguenza cambiare l’industria dell’idrogeno. Si tratta di una molecola molto difficile da gestire e va usato con attenzione, lo sforzo che si fa per produrre questa sostanza deve essere giustificato. Serve solo del buon senso, ma l’Europa ha capito subito che questa è la strada giusta, e sono contento che adesso l’obiettivo sia chiaro anche per tutti noi in Italia, perché per quanto ambizioso si può raggiungere. Questo è il momento in cui dobbiamo smettere di parlarne e iniziare a lavorare!”