Economia

Rete Tim, perché l'offerta di Cdp scalda il mercato ma non Vivendi

di Marco Scotti

Nel weekend è arrivata l'offerta di Cassa Depositi e Prestiti che valorizza meno FIberCop e garantisce più liquidità. Ma per i francesi ancora non ci siamo

Che cosa può succedere? Se il cda dovesse dare il via libera a una o all’altra offerta, si potrebbe arrivare a un’assemblea molto tesa in cui ci potrebbero essere ricorsi e controricorsi. Il governo al momento tace, ma a quanto trapela sembra che ci sia stato qualche mugugno dopo aver letto l’offerta di Cdp: ci si aspettava qualcosa in più che però non è arrivato. Anche se i mercati hanno premiato Tim, non sembra che da Palazzo Chigi siano arrivati particolari entusiasmi. Anche perché non si capisce molto quali siano le garanzie occupazionali. C’è chi sostiene che siano contenute nelle offerte, chi ritiene che non si faccia cenno e che si rischino esuberi.

Rimane oltretutto la possibilità della cordata tra Cdp e Kkr, un’ipotesi che Francesco Mele, ceo di Cdp Equity, ha in qualche modo avallato. Ma che non si sa se e come potrebbe andare avanti adesso. Il governo teme oltretutto che questa situazione metta gli uni contro gli altri possibili compratori che in altre occasioni sarebbero stati possibili partner. Il mercato scommette che l’operazione, alla fine, si farà. Anche perché una rete a controllo pubblico che aiuti a sviluppare i progetti del Pnrr è non solo auspicabile, ma necessaria. Dunque, bisognerà trovare una quadra. Ma i francesi non sembrano disposti a scendere sotto i 31 miliardi di valutazione della rete. Perché? Perché ritengono di essere i venditori e, di conseguenza, di dover essere loro a fare il prezzo e non i possibili compratori. 

Il problema è che nessuno sembra voler arrivare a questa valutazione. Ci si ferma intorno ai 18-20 miliardi, un po’ più di quanto era trapelato in estate (15 miliardi circa) e delle valutazioni di Cassa Depositi e Prestiti. Il problema impasse è dietro l’angolo: siamo arrivati al muro contro muro. Entro la fine del mese (entrambe le offerte scadono il 31 marzo) si dovrà capire che cosa si vuole fare. Dalle parti di Palazzo Chigi iniziano a temere che la rete unica possa trasformarsi in un boomerang clamoroso. Perché Cdp non vuole spingere più di tanto sull’acceleratore e Kkr non vuole deprezzare il suo investimento in Fibercop. In Via Goito sono sicuri di aver fatto il massimo, ma qualcuno fa notare: il mandato di Dario Scannapieco scadrà il prossimo anno. Che cosa potrebbe succedere se non si riuscisse a concretizzare una sinergia che il governo definisce strategico ormai da tempo?