Economia
Olivetti vende i registratori a Buffetti. Ennesimo schiaffo a un'ex eccellenza
La divisione dell'azienda era in rosso. Ma è un nuovo capitolo di una storia molto triste
Dal 1996 l'amministratore delegato divenne Roberto Colaninno il quale decise di imprimere una forte accelerazione abbandonando l'informatica per abbracciare le telecomunicazioni. E nel 1999 lanciò quella che ancora oggi è la più grande operazione di leveraged buyout della storia italiana. Obiettivo: comprare Telecom. Il risultato fu un disastro: due compagnie azzoppate al prezzo di una. Telecom perché si accollò un debito mostruoso, Olivetti perché di fatto venne depauperata di qualsiasi velleità industriale divenendo per lunghi anni una sorta di scatola vuota senza un preciso scopo.
Oggi, per fortuna, si sta concentrando sull'innovazione e fattura circa 130 milioni di euro. Siamo ben lontani dai fasti del passato, ma almeno non è più abbandonata a immalinconirsi in un attimo. Ma torniamo ai registratori di cassa. Il business non funzionava più tanto che, come riporta Il Sole 24 Ore, i costi ammontavano a 18 milioni all'anno contro ricavi per 6 milioni. Facile pensare che la digitalizzazione dell'intero processo degli scontrini, con dispositivi di più moderna concezione, abbia dato una bella mazzata a questo comparto. Ma pensare, in generale, che un'azienda che aveva più di 24mila dipendenti oggi ne abbia poco più di 200 fa venire una malinconia che è difficile arginare.