Economia
OpenAI chiude la porta a Musk: il cda respinge all’unanimità l'offerta da 100 miliardi
In una lettera inviata all'avvocato di Musk, William Savitt, avvocato di OpenAI, ha affermato che la proposta "non è nel migliore interesse della missione di OpenAI"
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Sam Altman
OpenAI: respinge offerta acquisto da 100 mld di Elon Musk
Il consiglio di amministrazione di OpenAI ha respinto all'unanimità l'offerta da 97,4 miliardi di dollari di Elon Musk per acquisire gli asset dell'organizzazione non-profit che controlla OpenAI. In un deposito in tribunale gli avvocati di Musk hanno affermato che il loro cliente sarebbe disposto a rinunciare al tentativo di acquisizione se OpenAI abbandonerà i suoi sforzi per convertirsi a una struttura a scopo di lucro. Il rifiuto del cda, recapitato venerdì in una lettera all'avvocato del miliardario, è motivato spiegando che l'offerta "non è nel migliore interesse" della missione di OpenAI.
Oltre alla lettera, il presidente di OpenAI, Bret Taylor, ha affermato che la società "non è in vendita e il consiglio ha respinto all'unanimità l'ultimo tentativo del signor Musk di ostacolare la concorrenza". L'avvocato di Musk, Marc Toberoff, ha replicato che il consiglio avrebbe dovuto valutare l'offerta in buona fede, perché la conversione in organizzazione a scopo di lucro implica sostanzialmente la messa in vendita dei beni dell'organizzazione non-profit. "Lo stanno semplicemente vendendo a se stessi a una frazione di quanto offerto da Musk", ha affermato, accusando il consiglio di amministrazione di una "classica transazione autoreferenziale".
In realtà, come riferisce il Wall Street Journal, la decisione del cda dell'organizzazione non-profit è l'ultima svolta nella guerra di Musk contro OpenAI e il suo amministratore delegato, Sam Altman. Nel 2015, la coppia era tra i co-fondatori di quella che oggi è la principale azienda di intelligenza artificiale della Silicon Valley, dentro la quale Microsoft al momento è il principale azionista, anche se la giapponese Softbank punta a sopravanzarla con un mega-investimento da 40 miliardi di dollari, che se andasse in porto porterebbe la capitalizzazione di OpenAI a 300 miliardi di dollari.
In una denuncia presentata a febbraio dell'anno scorso, Musk ha affermato che OpenAI e Altman hanno violato l'accordo fondativo dell'azienda dando priorità al profitto rispetto ai benefici della tecnologia per l'umanità. In seguito ha ritirato, ripresentato e modificato la sua causa, includendo nuove accuse antitrust.
OpenAI e Altman hanno contestato le accuse di Musk e hanno definito le sue azioni legali un tentativo di distrazione da parte di un concorrente, visto che Musk gestisce la società di intelligenza artificiale xAI. OpenAI sta modificando la sua struttura attuale, in base alla quale un'organizzazione non-profit detiene una quota di controllo in una sussidiaria a scopo di lucro, in una in cui l'organizzazione non-profit è un ente di beneficenza indipendente con una quota di minoranza nella società.
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Tale transizione, attualmente in fase di negoziazione, richiede l'approvazione del consiglio di amministrazione di OpenAI e dei procuratori generali del Delaware, dove è costituita l'organizzazione non-profit, e della California, dove ha sede.
L'offerta da 97,4 miliardi di dollari di Musk ha messo un prezzo elevato sulle attività dell'organizzazione non-profit, che includono la tecnologia sviluppata dalla società di intelligenza artificiale. Più valgono le attività dell'organizzazione non-profit, maggiore sarà la sua quota nella società a scopo di lucro e minore sarà il capitale disponibile per altri investitori. OpenAI ha lavorato con consulenti finanziari indipendenti per stabilire quale sarebbe un valore equo per l'organizzazione non-profit.
Il consiglio di amministrazione dell'azienda ritiene di non dover tenere conto dell'offerta di Musk quando si determina tale valore, secondo una persona a conoscenza del pensiero del consiglio.