Economia

Orcel ed Unicredit lanciano la sfida: c'è spazio per un "terzo polo" della finanza italiana

Andrea Muratore

Unicredit al 9% di Commerzbank è una operazione dall'elevato valore strategico. Con il Governo pronto a "rimettere in mare" Mps, c'è spazio a volontà per un terzo polo della finanza a fianco di Intesa San Paolo e Mediobanca

Orcel ed Unicredit lanciano la sfida: c'è spazio per un "terzo polo" della finanza italiana

Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, con la scelta di spingere il gruppo di Piazza Gae Aulenti al 9% in Commerzbank compie una duplice operazione dall’elevato valore strategico. Da un lato, consolidare il sistema finanziario italiano in un Paese dominante in Europa e aumentarne la taglia internazionale.

Operazione non solo di prestigio ma dal precipuo valore economico, dato che come ricorda un report Equita “nel 2023 la Germania ha rappresentato oltre il 20% dell’utile operativo e circa il 19% dell’utile netto di UniCredit”. Dall’altro apre la strada a mosse da parte di banche di media e piccola taglia per operazioni di rafforzamento strutturale nel mondo finanziario italiano.

C'è spazio a volontà per un "terzo polo" della finanza italiana

E se Orcel rappresenta il dinamismo di una banca che si è ripresa dopo aver polverizzato buona parte del suo capitale negli anni della Grande Recessione, Carlo Messina di Intesa San Paolo guida l’istituzione privata più “sistemica” della finanza italiana e Alberto Nagel di Mediobanca guida Piazzetta Cuccia in una fase in cui l’ex salotto buono diventa “boutique” di finanza d’affari d’alto rango, c’è spazio a volontà per pensare alla nascita di un “terzo polo” della finanza nazionale.

Ovvero di un possibile sistema di alleanze e partecipazioni bancarie che avrebbe la capacità di sorgere come operatore complementare al duo Unicredit-Intesa. E che darebbe ulteriore dinamismo a quella finanza d'affari fatta di prestiti per operazioni strategici e operazioni di fusione e acquisizione di cui Mediobanca è spesso advisor di peso. Ampliando il peso della Borsa di Milano come attore strategico su scala europea.

Il Governo Meloni pronto a rimettere in mare la barca Mps

Ciò coinvolge anche il governo Meloni, perché la nascita del “terzo polo” è propiziabile scegliendo chi dovrà essere un possibile partner industriale per concludere il ritorno definitivo sul mercato del Monte dei Paschi di Siena. La banca più antica del mondo, salvata otto anni fa dal Tesoro, ha visto la partecipazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze scendere da due terzi a un quarto delle azioni in meno di un anno. Ora Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti intendono chiudere la partita, rimettendo definitivamente in mare una barca a cui sono state tappate diverse falle. Nota StartMag: “Mps è stata risanata, con un taglio dei costi e una riduzione drastica anche di filiali, ma resta in particolare un bubbone che è una incognita per i conti del Monte, lo stock di cause ancora in corso (anche se i vertici sono fiduciosi) e il dossier Npl”, ovvero ciò che resta dei famigerati crediti deteriorati.

Mps può tornare ad essere un attore di mercato

Ma nel complesso Mps è una banca che riesce a vedere una prospettiva come attore di mercato, ha beneficiato dei tassi d’interesse e vede come un lontano ricordo il suo ottovolante borsistico. L’occasione del definitivo distacco di Unicredit dall’anche solo remota ipotesi di partecipare al ritorno sul mercato di Mps aprirà la strada a altri attori per giocare una partita di espansione. E avvicinare la corsa al “terzo polo”. Come ricorda FirstOnline, “il ceo di BancoBpm, Giuseppe Castagna ha fatto più volte capire di voler proseguire da solo, per poter dare più valore ai propri azionisti. Sul campo rimane allora Unipol, il cui presidente Cimbri, pur senza chiudere la porta a un’operazione con il Mef, ha comunque raffreddato ipotesi di operazioni rimandando a tempi migliori”.

E Unipol che cosa farà?

Ma ora Unipol, che tramite i suoi capitali controlla Bper, Carige e una quota importante di Popolare di Sondrio, è un attore da tenere in considerazione. E che un gruppo assicurativo possa giocare una strategia finanziaria ambiziosa è un sintomo di salute per il sistema-Italia, aperto a nuovi player e nuove forme di competizione. Unipol, la cui acquisizione di Bnl  nel 2005 fu salutata da Piero Fassino col celebre "abbiamo una banca", a testimonianza dell'organicità del gruppo assicurativo bolognese col centro-sinistra, è un attore oggi importante e di sistema con cui il governo di centrodestra interloquisce senza che ci siano prese di posizione pregiudiziali da nessuna delle due parti.

La Unipol di Carlo Cimbri, partecipata dalle cooperative della rossa Emilia-Romagna, sarà destinata a un ruolo in Mps nella fase in cui per la prima volta è la destra, di governo a Siena e Roma, a poter decidere i suoi destini? A parlare saranno mercato e opportunità. Accesi dalla mossa di Unicredit in Germania, che ha ricordato la solidità delle banche e dei gruppi finanziari italiani. Facendo riaprire il discorso su un consolidamento di cui da tempo si parla e di cui la mossa di Orcel potrebbe esser l'innesco.