Crisi e spread, Del Vecchio sorpassa Ferrero. Rivoluzione fra i Paperoni
Giovanni Ferrero (18 mld) scavalcato in prima posizione da Leonardo Del Vecchio (18,1 mld). Può sorridere solo Stefano Pessina: con 11,4 mld è terzo
Sotto l’albero di Natale 2018 i super ricchi italiani non troveranno quest’anno strenne e regali particolarmente graditi, almeno per quanto riguarda l’aspetto strettamente economico. I primi dieci uomini più ricchi d’Italia, secondo Forbes, hanno infatti accumulato al momento perdite nel corso dell’anno pari a 8,3 miliardi, vedendo il loro patrimonio complessivo calare da 100,7 a 92,4 miliardi di dollari (se preferite, in euro il calo di ricchezza è pari a 7,3 miliardi complessivi, da 88,6 a 81,3 miliardi).
Se la “top ten” propone, come da anni, gli stessi nomi noti, l’andamento di quest’anno dei mercati finanziari e degli affari “di famiglia” dovrebbe regalare un cambio al vertice: Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica fresca di fusione con Essilor, pur vedendo calare il proprio patrimonio di oltre 500 milioni di euro è infatti riuscito a passare dalla seconda alla prima posizione in classifica ai danni di Giovanni Ferrero. Il “re” della Nutella, che nel gennaio di quest’anno ha siglato un accordo con Nestle per rilevare, per 2,8 miliardi, il business dei dolciumi negli Stati Uniti, ha infatti accusato un calo della propria ricchezza personale di poco inferiore all’assegno staccato per la multinazionale svizzera: 2,2 miliardi, con un patrimonio passato da oltre 20,2 a poco più di 18 miliardi di euro, meno dei 18,1 miliardi di euro a cui è calata la ricchezza di Del Vecchio.
Alle loro spalle l’unico che può sorridere quest’anno è Stefano Pessina, a capo del maggior distributore di articoli sanitari al mondo, Walgreens Boots Alliance.
Pessina al momento ha un patrimonio stimato in circa 13 miliardi di dollari (11,4 miliardi di euro), contro gli 11,8 miliardi di inizio anno (10,4 miliardi di euro circa), con un incremento di valore di circa 1 miliardo di euro.
Tra i primi tre “Paperoni” d’Italia e tutti gli altri a partire da Giorgio Armani, in quarta posizione sin da inizio anno, c’è un gap notevole, visto che il più celebre dei designer italiani ha un patrimonio di “soli” (si fa per dire) 6,6 miliardi, in calo di 1,2 miliardi rispetto a inizio anno e che salvo Massimiliana Landini Aleotti (vedova di Alberto Aleotti e dopo la sua morte, avvenuta nel 2014, alla guida del business farmaceutico di famiglia, il gruppo Menarini), in grado di limitare i danni con una ricchezza calata da oltre 6,9 a circa 6,6 miliardi, tutti gli altri hanno patrimoni attorno o sotto i 5 miliardi di euro, ossia meno della metà della ricchezza personale dei primi tre in classifica.
Silvio Berlusconi, ad esempio, che a inizio anno ancora vantava un patrimonio superiore ai 7 miliardi di euro, tra uno scivolone di borsa e l’altro del gruppo Mediaset e dei suoi altri investimenti ha visto la sua ricchezza calare a poco più di 5,5 miliardi perdendo una posizione (dalla quinta alla sesta) in classifica, pur riuscendo a rimanere davanti ai fratelli Augusto e Giorgio Perfetti (il cui patrimonio è calato da 5,8 a meno di 5,2 miliardi di euro), proprietari dell’omonimo gruppo di caramelle e confetteria a cui fanno capo marchi come Mentos, Airheads e Chupa-Chups.
Anno da dimenticare anche per i fratelli Paolo e Gianfelice Mario Rocca, proprietari del gruppo siderurgico Tenaris: non solo la loro ricchezza è calata da 4,3 a 3,6 miliardi di euro, ma Paolo è rimasto invischiato nel cosidetto “caso Notebook”, ossia un’indagine della magistratura argentina (che ne ha chiesto l’arresto) relativa a presunte tangenti pagate dalla società per ottenere contratti dal governo della ex presidente Cristina Fernandez Kirchner.
La frenata dei consumi di caffè ha finito col pesare anche sull’andamento del business di Giuseppe De’ Longhi, proprietario dell’omonimo gruppo che produce e commercializza macchine per caffè espresso in cialde e macinato (oltre che di piccoli elettrodomestici per la climatizzazione, il riscaldamento, i prodotti per la cottura, la pulizia e lo stiro).
Morale: la sua ricchezza è calata da quasi 3,8 a poco più di 3,3 miliardi di euro. In ultima posizione sin dall’inizio dell’anno, Renzo Rosso, il patron del marchio d’abbigliamento Diesel, conquista per ora un poco invidiabile primato, quello della maggiore perdita percentuale (-21,95%, peggiore anche del -21,25% accusato sinora da Silvio Berlusconi), avendo visto il suo patrimonio calare da 3,6 a 2,8 miliardi.
Anche così Rosso si può togliere qualche soddisfazione, potendo vantare comunque un patrimonio superiore a quello di “super vip” con patrimoni tra 2,9 e 2 miliardi di dollari (ossia tra 2,5 e 1,75 miliardi di euro) come Luca Garavoglia (numero uno della Davide Campari), Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, Luciano e Giuliana Benetton, Piero Ferrari, Ennio Doris, Luigi Rovati (ex proprietario di Rottapharm, attualmente facente parte del gruppo Mylan di cui Rovati è azionista di minoranza), Gustavo Denegri (numero uno di Diasorin), Maria Franca Fissolo (vedova di Michele Ferrero e madre di Giovanni) o Francesco Gaetano Caltagirone.
Luca Spoldi
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