Economia
Niente crisi per il club dei Paperoni. Italia ottava nazione per milionari
La ricchezza globale vale 201,9 trilioni dollari, 2,5 volte il Pil mondiale. Il report "Global Wealth 2018" di Boston Consulting Group
La ricchezza finanziaria personale globale no conosce crisi e continua a crescere: oggi è pari a 201,9 miliardi di miliardi di dollari Usa, circa 2,5 volte il valore del Pil mondiale (81 triliardi). Se nel 2016 la ricchezza mondiale, secondo l'ultimo report del Boston Consulting Group 'Global Wealth 2018' era cresciuta del 4% e tra lo scorso anno è aumentata del 12%, il tasso di crescita più alto degli ultimi cinque anni, nel 2022 dovrebbe salire di un ulteriore 7%. I residenti del Nord America detengono oltre il 40% della ricchezza personale globale, seguiti da quelli dell'Europa occidentale, con il 22%.
L'Italia è l'ottava nazione al mondo con 5 mila miliardi di dollari di ricchezza finanziaria personale, in testa alla classifica ci sono gli Stati Uniti con 80 mila miliardi, la Cina con 21 mila miliardi e il Giappone con 17 mila miliardi. Gli analisti del Boston Consulting Group stimano che entro il 2022 la ricchezza personale degli italiani possa toccare 7 mila miliardi di dollari. E i Paperoni tricolori che hanno un patrimonio in titoli di Stato, azioni o altri strumenti finanziari superiore al milione di dollari, sono 394mila, il 19% in più rispetto ai 330mila del 2016, e potrebbero diventare 519mila entro il 2022.
Uno dei fattori che hanno contribuito di più all’exploit della ricchezza è stato l’andamento dei mercati, la ricchezza azionaria e i fondi di investimento hanno registrato l’incremento più forte, ma anche quello delle valute ma anche quello delle valute.
La regione che ha mostrato nell'ultimo anno una crescita maggiore è stata l'Asia con +19%, seguita da Est Europa e Asia Centrale con +18%. L'Europa occidentale ha fatto meglio del Nord America in termini di aumento, rispettivamente +15% e +8%. I principali fattori trainanti sono stati l'andamento dei mercati, la ricchezza azionaria e in fondi di investimento, ma anche il significativo rafforzamento delle principali valute rispetto al dollaro.