Economia
Pensioni, Affaritaliani.it svela il "giallo" dei 500 euro
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Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
I 500 euro che il governo rimborserà ai pensionati sotto i 3.000 euro il primo di agosto, come annunciato da Matteo Renzi in televisione, "non è un acconto ma la cifra totale e finale che lo Stato restituirà". Ad affermarlo ad Affaritaliani.it è una fonte vicinissima al presidente del Consiglio e che ha seguito direttamente la vicenda in queste ore. Cade così la speranza dei sindacati (e non solo) che i 500 euro una tantum potessero essere soltanto una prima parte del rimborso a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. Non ci saranno altri soldi per i pensionati italiani che dal 2012 non hanno avuto l'adeguamento al costo della vita. Zero euro, invece, per chi percepisce un assegno superiore a 3.000 euro.
Troiano: ci saranno milioni di ricorsi
"La soluzione annunciata dal presidente del Consiglio, se dovesse trasformarsi in un decreto-legge, sarebbe un vero sabotaggio della sentenza della Corte Costituzionale, un pasticcio che danneggia tutti. Peggio di così non si potrebbe fare". Lo afferma al Quotidiano nazionale, Riccardo Troiano, il legale che per conto di Federmanager e Manageritalia aveva patrocinato davanti alla Consulta la causa di un pensionato di Palermo che aveva sollevato la questione di legittimità della mancata rivalutazione delle pensioni decisa dal governo Monti. Adesso, spiega, è tutto da rifare perché non appena il provvedimento del governo vedrà la luce, la pronuncia della Corte non avrà più efficacia. Non solo. "Dopo la sentenza della Corte - aggiunge Troiano -, milioni di pensionati hanno scoperto di avere un diritto che prima non sapevano di avere. Oggi sanno già quello che spetta loro. E questa potrebbe diventare la battaglia di tutti".
"Prevedo milioni di ricorsi - spiega Troiano -. Se il rimborso medio era stimato in circa duemila euro in media per sei milioni di pensionati, dare 500 euro a quattro milioni di persone significa deludere fortemente i diritti dei cittadini. Perciò uso il termine 'sabotaggio'". Sul fatto che restano esclusi coloro che hanno una pensione superiore a tremila euro, il legale osserva: "Vengono totalmente discriminati, in quanto considerati, ahimè, pensionati d'oro. Per di più chi percepisce 3.100 euro lordi perde il diritto, chi ne percepisce 3.000 rientra nella fascia che ha diritto a 500 euro. Io spero ancora che il presidente del Consiglio stesse parlando di acconto e non di cifra complessiva".
Pensioni: ex manager che ha vinto causa, è ancora poco
I 500 euro che il governo verserà il primo agosto nelle tasche di 4 milioni di pensionati soddisfano "per nulla. E sia chiaro: io ho rispetto dei soldi. So quanto si fatica per guadagnarli. Ma questo mi sembra un contentino elettorale". Lo afferma al Corriere della Sera, Giuseppe Cardinale, ex manager della Standa, il pensionato che per primo ha messo in discussione davanti a un tribunale la riforma delle pensioni nel punto in cui blocca l'indicizzazione degli assegni sopra tre volte il minimo. Alla domanda su quanto si aspettava, l'ex manager replica: "Più di 2.000 euro lordi. Questo è il valore della mancata indicizzazione come calcolato sulla mia pensione. Il mio lordo è pari a 2.100 euro al mese". "Noi pensionati - spiega - vogliamo soltanto concretezza e giustizia. La Corte costituzionale ha parlato chiaro". Alla domanda se abbia mai sostenuto Renzi? Cardinale replica: "Non ho mai votato Renzi. Ma qui la politica non c'entra niente. C'è un problema. Per ora non vedo una soluzione adeguata".